Prepararsi adeguatamente a questo cambiamento è essenziale per evitare di rimanere con un televisore inutilizzabile.
L’industria televisiva italiana sta per affrontare una trasformazione significativa, con un nuovo standard tecnologico all’orizzonte. Questa evoluzione, sebbene prometta miglioramenti significativi in termini di qualità dell’immagine e efficienza, potrebbe causare problemi a milioni di telespettatori. Gli utenti quindi devono prepararsi adeguatamente per evitare di rimanere senza segnale.
Secondo le stime di vari istituti di ricerca, infatti, l’implementazione del nuovo standard digitale terrestre DVB-T2 porterà cambiamenti radicali che influenzeranno la capacità di ricezione di molti televisori attualmente in uso. Per molti, questo potrebbe comportare anche la necessità di aggiornare i propri dispositivi o acquistare nuovi decoder per continuare a godersi i propri programmi preferiti.
Il 28 agosto, la Rai inizierà i test per l’accensione del primo MUX DVB-T2, segnando l’inizio della transizione verso il nuovo standard. Il MUX, o “multiplex”, è una tecnologia che consente di trasmettere più canali TV sulla stessa banda di frequenza elettromagnetica, ottimizzando l’uso delle frequenze disponibili.
Milioni di italiani rischiano di non poter più vedere la televisione
Questa transizione mira a migliorare la qualità dell’immagine e la ricezione, soprattutto nelle aree dove il sistema attuale DVB-T ha problemi. Il DVB-T2 non solo offrirà trasmissioni in alta definizione per canali come Rai 1, Rai 2 e Rai 3, ma libererà anche le frequenze a 700 MHz, cruciali per l’implementazione del 5G in Italia. Questo passaggio è essenziale per ottenere uno spettro di radiofrequenze più efficiente e migliorare la qualità complessiva delle trasmissioni televisive.
Il passaggio al DVB-T2 non è certo il primo cambiamento significativo nella storia della televisione digitale italiana. Il primo switch-off dall’analogico al digitale è stato completato nel 2012, dopo un processo graduale iniziato nel 2009.
Più recentemente, alla fine del 2022, è avvenuto il passaggio dal sistema di codifica MPEG2 al più moderno MPEG4 AVC, richiedendo a molti utenti di aggiornare i loro televisori o acquistare nuovi decoder. Si stima che tra 10 e 14 milioni di televisori nelle case italiane non saranno compatibili con il nuovo standard DVB-T2.
Questo numero rappresenta una sfida da non sottovalutare, soprattutto considerando che il mercato dei televisori ha subito un rallentamento significativo negli ultimi anni, con le vendite annuali scese a circa 3 milioni di pezzi rispetto ai 4 milioni del passato. Per evitare di rimanere senza segnale, gli utenti devono verificare la compatibilità dei loro dispositivi e, se necessario, procedere con l’acquisto di nuovi televisori o decoder.