Un’importante istituzione italiana ha lanciato un allarme che riguarda tutta la nazione e si collega al tema dei computer e della tecnologia in generale
Sappiamo che l’Italia è un Paese abbastanza controverso: da un lato abbiamo inventiva, creatività e anche molte credenziali di alto livello, in tutti i settori. Dall’altro facciamo “scappare” i nostri talenti migliori perché non riusciamo a garantirgli adeguati stipendi o riconoscimenti. Con queste premesse è ovvio pensare che ormai lo “stivale” non sia più un Paese competitivo, e ciò anche e soprattutto per quanto riguarda la tecnologia.
A tal proposito, emergono analisi sulla situazione italiana inerente la tecnologia quantistica da alcuni specialisti dell’Osservatorio Quantum Computing & Communication, che hanno partecipato all’incontro svoltosi presso la School of Management del Politecnico di Milano. Il nostro Paese è quasi il fanalino di coda di un’Europa che investe milioni e miliardi di euro per l’innovazione. In Italia, da quanto è emerso al convengo svoltosi a Milano, si spende poco e di conseguenza si rimane indietro.
L’enorme gap dell’Italia in campo tecnologico: l’allarme del Politecnico di Milano
Secondo alcuni dati divulgati dagli esperti, dovremmo riflettere sul fatto che il Governo abbia stanziato poco o nulla per la ricerca e sviluppo, e anche le aziende private non alimentano le risorse per più di 150 mila euro all’anno. In totale, si investono in computer quantistici e strumentazioni innovatine cifre inferiori ai 6 milioni di euro, e soprattutto il denaro viene stanziato senza una strategia a medio e lungo termine.
Dall’Agenzia Dire, sul sito ufficiale Dire, emergono dichiarazioni molto chiare su quale sia la situazione attuale nel nostro Paese. Ad esempio Paolo Cremonesi, responsabile scientifico dell’Osservatorio Quantum Computing & Communication e docente del dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano afferma senza mezzi termini che: “Le università italiane sono già partite con diversi percorsi di studio specialistici sul tema e nel giro di qualche anno immetteranno sul mercato del lavoro giovani talenti che, senza una filiera tecnologica attrattiva, saranno a rischio di fuga all’estero“.
Ergo, se l’Italia non decide di investire al suo interno, i giovani che saranno eccellentemente preparati dovranno per forza di cose abbandonare il Paese. Altri dati dovrebbero far riflettere su quanto l’Italia stia sprecando ghiotte opportunità di crescita. Gli altri Paesi stanno investendo cifre molto alte nelle tecnologie quantistiche: la Germania per esempio ha già stanziato più di 3 miliardi di euro, mentre l’Italia solamente 140 milioni di euro. Un gap che dovrà essere colmato in fretta, e al momento l’unica speranza riposta è quella dei finanziamenti legati al PNRR.