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Ansia e depressione? Può essere causata dal doomscrolling

Il fenomeno del doomscrolling, sebbene possa sembrare un concetto moderno legato all’era digitale, affonda le sue radici in una tendenza umana ben più antica: quella di essere attratti dalle notizie negative.

Questa pratica consiste nel passare ore a scorrere senza sosta le notizie sul proprio smartphone o computer, spesso prima di andare a letto, immergendosi in una spirale infinita di contenuti angoscianti o deprimenti. Il termine stesso è un neologismo nato dalla fusione delle parole inglesi “doom“, che significa rovina o destino tragico, e “scrolling“, ovvero lo scorrere delle pagine web. In un’epoca caratterizzata da una costante sovrabbondanza informativa e dall’accessibilità immediata a fonti news da ogni angolo del globo, il doomscrolling si è trasformato in una pratica diffusa tra molti utenti di internet.

Troppe notizie negative fanno male alla salute – computer-idea.it

La ragione per cui molte persone si ritrovano intrappolate in questo ciclo apparentemente masochistico risiede nella psicologia umana. Siamo programmati per prestare attenzione alle minacce alla nostra sicurezza e benessere come meccanismo di sopravvivenza; pertanto, le notizie negative tendono ad attirare la nostra attenzione molto più facilmente rispetto a quelle positive o neutre. Tuttavia, ciò che era un tempo un vantaggio evolutivo può trasformarsi in uno svantaggio nell’era dell’informazione digitale: l’esposizione prolungata a notizie stressanti può avere effetti deleteri sulla salute mentale degli individui, contribuendo ad aumentare i livelli di ansia e depressione.

Nonostante la crescente consapevolezza dei rischi associati al doomscrolling, contrastarne gli effetti non è semplice. Richiede una consapevolezza critica del proprio comportamento online e la volontà di imporre limiti salutari al consumo di media digitali. Strategie come stabilire orari specifici per disconnettersi dai dispositivi elettronici, privilegiare fonti d’informazione che mantengono un equilibrio tra notizie positive e negative e dedicarsi ad attività rilassanti prima della buonanotte possono aiutare a mitigarne l’impatto sulla salute mentale. Inoltre, coltivando hobby ed interessi al di fuori dello schermo si può ridurre significativamente il bisogno compulsivo di rimanere sempre connessi alle ultime catastrofi globali.

Lo studio che collega doomscrolling e PTSD secondario

Il fenomeno noto come “doomscrolling”, ovvero l’abitudine di scorrere senza sosta le notizie, spesso negative o angoscianti, sui social media o su altri siti web, che sembra essere diventata sempre più comune soprattutto in tempi di crisi globali, ha attirato l’attenzione della comunità scientifica. Recentemente, uno studio pubblicato sul Journal of Computers in Human Behavior Reports ha gettato nuova luce sulle implicazioni psicologiche del doomscrolling, evidenziando un collegamento diretto con lo sviluppo di sintomi associati al disturbo da stress post-traumatico secondario (PTSD secondario). Il PTSD secondario si verifica quando un individuo sviluppa sintomi tipici del PTSD non a seguito di un trauma vissuto direttamente, ma dopo essere stato esposto indirettamente a eventi traumatici attraverso racconti o immagini.

Forse è arrivato il momento di buttare via quel telefono! O semplicemente fare un po’ di dieta mediatica – computer-idea.it

La ricerca ha coinvolto partecipanti provenienti da diverse parti del mondo e ha analizzato le loro abitudini legate al consumo di notizie online e ai comportamenti sui social media. I risultati hanno mostrato che coloro che passano molto tempo a leggere o guardare notizie negative sono significativamente più inclini a sperimentare ansia, depressione e altri sintomi associati al PTSD secondario rispetto a coloro che limitano tale esposizione. Ciò suggerisce una correlazione diretta tra la quantità di contenuti angoscianti consumati online e il livello di distress psicologico sperimentato.

Queste scoperte sollevano questioni importanti riguardanti la gestione dell’esposizione mediatica nella vita quotidiana e suggeriscono la necessità di sviluppare strategie per mitigare gli effetti negativi del doomscrolling sulla salute mentale. Ad esempio, potrebbe essere utile incoraggiare le persone ad adottare una dieta mediatica più equilibrata, limitando l’esposizione a notizie potenzialmente traumatiche e dedicando maggiore tempo a contenuti che promuovono benessere ed esperienze positive. Inoltre, i risultati dello studio enfatizzano l’importanza per i professionisti della salute mentale di considerare le abitudini mediatiche dei loro pazienti come fattore rilevante nel valutare lo stress psicologico e nel pianificare interventi terapeutici adeguati.

In definitiva, mentre il mondo diventa sempre più connesso digitalmente e le informazioni sono disponibili all’istante da qualsiasi parte del globo, è cruciale riconoscere gli effetti collaterali potenzialmente dannosi delle nostre abitudini online sulla nostra salute mentale. Lo studio pubblicato sul Journal of Computers in Human Behavior Reports offre un contributo significativo alla comprensione del fenomeno del doomscrolling e pone le basi per ulteriori ricerche volte ad affrontare questa sfida moderna.

Ansia, depressione e perfino misantropia

Lo studio pubblicato sul Journal of Computers in Human Behavior Reports ha interessato 800 studenti provenienti dagli Stati Uniti e dall’Iran. L’obiettivo era comprendere gli effetti psicologici derivanti da questa abitudine digitale. I risultati hanno rivelato un impatto significativo sulla salute mentale degli individui coinvolti, mettendo in evidenza come il doomscrolling possa essere direttamente correlato a sintomi di ansia, depressione e persino tendenze misantropiche.

Il doomscrolling può avere gravi conseguenze come il PTSD secondario – computer-idea.it

La ricerca ha dimostrato che l’esposizione prolungata a notizie negative non fa altro che alimentare uno stato di costante preoccupazione e paura tra gli utenti, influenzando negativamente il loro benessere emotivo. In particolare, gli studenti coinvolti nello studio hanno riportato livelli più elevati di stress e una percezione distorta della realtà circostante, fattori che possono facilmente sfociare in atteggiamenti misantropici verso la società. Questo aspetto è particolarmente allarmante se si considera l’importanza delle relazioni sociali per la salute mentale dell’individuo.

L’analisi dei dati ha altresì sottolineato come il fenomeno del doomscrolling sia trasversale alle culture, colpendo giovani adulti sia negli Stati Uniti sia in Iran nonostante le differenze socio-politiche tra i due paesi. Ciò suggerisce che la natura stessa dei social media e la modalità con cui le notizie vengono presentate agli utenti giocano un ruolo cruciale nel determinare questo comportamento autodistruttivo.

Di fronte a questi risultati preoccupanti emerge chiaramente la necessità di sviluppare strategie efficaci per contrastare il doomscrolling. Educare gli utenti sull’importanza di mantenere un equilibrio nell’esposizione mediatica e promuovere pratiche digitali sane potrebbe rappresentare un primo passo fondamentale verso il miglioramento della salute mentale collettiva in questa era digitale sempre più connessa ma emotivamente isolata.

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