Apple potrebbe nei fatti creare un oggetto digitale da sfruttare per bucare la privacy degli utenti e non solo? Il futuro merita attenzione.
Sembra proprio che negli ultimi mesi Apple si trovi sempre più spesso nei discorsi che riguardano la privacy degli utenti. Basta ricordare tutta la questione che si è aperta nuovamente con gli AirTag, oggetti piccoli e utilissimi per chi ha l’abitudine di lasciare in giro chiavi, portafoglio, borse e telefoni ma che con poco sforzo e tanta cattiveria possono trasformarsi in strumenti nuovi in mano a criminali e stalker pericolosissimi.
È evidente che più la tecnologia entra nella vita di tutti i giorni e cerca di semplificarla più si aprono porte e pertugi per le violazioni della privacy. Ma stavolta il problema non sembra venire da un nuovo aggiornamento degli AirTag di Apple.
La questione viene da un nuovo device che, in teoria, non dovrebbe avere niente a che fare con la privacy Ma che, basta guardarlo da un’altra prospettiva, potrebbe diventare un vero e proprio incubo per tutti e non solo per quelli che abbracciano la filosofia della Mela.
Apple e il problema della privacy, una Visione da controllare
Non si può negare che il grande oggetto digitale Apple di cui parleremo nelle prossime settimane e i prossimi mesi sia l‘Apple Vision Pro: il visore per la realtà aumentata e per la realtà virtuale che la società della Mela vuole trasformare nel nuovo accessorio imprescindibile. Si tratta di uno strumento per quella che viene ora chiamata realtà mista e ha grandi potenzialità. Nei brevi trailer che si trovano online si vede tutto ciò che è possibile fare indossando questa sorta di giganteschi occhiali.
Nella didascalia dei video su YouTube si annuncia l’arrivo dell’era dello spatial computing ovvero un momento in cui il contenuto digitale si mescola alla vita reale senza soluzione di continuità. E non è più solo questione di realtà aumentata per vedere se il tavolino dell’Ikea sta bene in soggiorno. Si tratterà, questa la promessa di Apple, di un modo nuovo con cui fare le cose che ci piacciono.
Ma per produrre l’idea dell’immersività nella realtà gli Apple Vision Pro sono dotati di tutta una serie di sensori che potrebbero essere utilizzati un domani anche per raccogliere dati e quindi andare a bypassare la privacy degli utenti. Non ci vuole un film di fantascienza per immaginare che in base ai dati raccolti su ciò che entra nel campo visivo dell’Apple Vision Pro sia possibile raccogliere informazioni anche sugli altri membri del nucleo familiare che non indossano il visore.
Oppure, sfruttando i sensori che creano la realtà in base ai movimenti oculari, esaminare molto da vicino quegli stessi bulbi oculari ed eseguire analisi e previsioni mediche. Apple per ora dichiara di aver messo in campo tre sistemi di sicurezza tra cui la non comunicazione dei dati raccolti dai sensori fuori dal device e la protezione dei dati relativi ai movimenti oculari.
Ma per quanto possano essere messi in campo sistemi di sicurezza, con un po’ di addestramento potremmo vedere una nuova generazione di criminali informatici entrare letteralmente nella testa delle persone. E del resto anche i tracker col GPS sembravano innocui.