Apple ha annunciato un cambiamento importante ma in Rete la sua decisione ha scatenato reazioni e polemiche e c’è chi parla di “estorsione”.
Parlare della società della Mela in questi ultimi giorni soprattutto significa parlare di una polemica che sta montando a partire dalla decisione presa da Apple stessa e che, almeno sulla carta e almeno in teoria, dovrebbe essere la decisione che da tanto tempo ci si aspettava di vedere.
Ma a quanto pare chi si è messo a leggere tra le righe del comunicato ufficiale rilasciato dalla società non fa sconti e accusa direttamente di aver scritto della semplice immondizia. A esprimersi è Tim Sweeney, CEO di Epic Games, che ha affidato al social che appartiene ad Elon Musk la sua lunga riflessione su quanto annunciato da Apple come piano per adeguarsi alle nuove regole introdotte nell’Unione Europea con il Digital Markets Act.
Un adeguamento che però non sembra nei fatti quello che tutti si aspettavano di vedere. Perché dietro la formale apertura alla possibilità di avere marketplace diversi da App Store sui device della Mela ci sarebbe tutta una serie di nuovi catenacci per tenere ancora più chiuso l’ecosistema Apple. E il CEO di Apple non è l’unico ad avere qualcosa da dire.
Per comprendere la quantità di veleno che il CEO di Epic Games ha rilasciato attraverso il suo lungo messaggio sul social che una volta chiamavamo Twitter occorre fare un passo indietro. Epic e Spotify sono ai ferri corti con Apple da un bel po’, a causa delle restrizioni e delle pastoie che la società della Mela impone e c’era quindi da aspettarsi che anche la proposta fatta dalla società per adeguarsi alle nuove regole del mercato digitale in Europa avrebbe trovato più di qualche critica.
In effetti in quello che la società dichiara essere il suo modo per adeguarsi alle richieste europee non è solo Tim Sweeney a leggerci un tentativo di adeguarsi ma senza in realtà fare nulla. Rimanendo però nella dichiarazione fatta dal CEO di Epic, quello che Apple ha intenzione di fare sarebbe comunque ingiusto nei confronti dei developer.
Che sarebbero costretti a “scegliere tra l’esclusività su App Store e i nuovi termini, illegali secondo il DMA, o accettare un nuovo schema anticompetitivo a sua volta illegale pieno delle nuove tasse immondizia sui download e il nuovo sistema di tasse sui pagamenti non processati di Apple”. Una frase un po’ circonvoluta che richiama nei fatti esattamente quello che Apple propone.
La società ha infatti formalmente dichiarato di aprirsi alla possibilità di avere marketplace diversi da App Store ma che, per esempio, ci sarà una nuova tassa annuale per tutti i download che superino Il milione, una tassa da 50 centesimi per ogni download. Qualcosa che ovviamente non dovrebbe calcolata per chi deciderà di rimanere dentro l’App Store senza accettare le nuove condizioni.
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