L’azienda californiana incentiverà la produzione con un succosissimo bonus sulle royalty, l’occasione è di quelle da non lasciarsi sfuggire
Le nuove politiche di Apple Music non sono state ancora annunciate pubblicamente, tuttavia stanno già facendo discutere tra gli esperti del settore. Nessuno si sarebbe aspettato quella che è a tutti gli effetti una mossa a sorpresa, ci sarà da vedere come risponderà il mercato a partire dal prossimo anno. I musicisti intanto valutano attentamente la proposta, in vista di pubblicazioni future.
Per quanto riguarda invece i competitor, c’è da dire che Amazon Music finora ha seguito più o meno le orme di Cupertino mentre Spotify risulta stranamente indietro nella corsa – forse non ha ancora svelato il proprio asso nella manica. Già a partire dal 2024, comunque, la commercializzazione dei prodotti musicali subirà una radicale rivoluzione, soprattutto per quanto riguarda il pagamento delle royalty.
Secondo le indiscrezioni fatte circolare nelle ultime ore da Bloomberg, Apple sarebbe disposta ad andare all in sulla tecnologia dello Spatial Audio. Come? Con una strategia di mercato davvero audace, considerando che sul piatto per gli artisti avrebbe messo un bonus sulle royalty da far stropicciare gli occhi. Una mossa che ben presto Amazon Music e Spotify potrebbero copiare.
A partire dal prossimo anno gli streaming dei brani mixati in Dolby Atmos avranno la priorità assoluta sulla piattaforma. Alla fine a beneficiarne saranno i musicisti che hanno deciso di adottare ed espandere la tecnologia nel loro catalogo. Per quanto riguarda gli ascoltatori, non dovranno per forza selezionare la versione in Spatial Audio ma ciò non comporterà un guadagno minore per chi lo ha composto – i benefit rimarranno comunque in essere.
Il supporto è stato introdotto su Apple Music a partire dal 2021, sfruttando questo tipo di funzione per replicare un’esperienza immersiva attraverso suoni che arrivano all’orecchio da svariate direzioni. Ovviamente, la funzione si attiva quando vengono utilizzati i dispositivi che la supportano. A febbraio dello scorso anno l’azienda californiana ha spiegato come metà degli abbonati al servizio ne abbiano fatto uso, non resta che attendere perciò il prossimo comunicato in merito.
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