Arriva la conferma dall’Inps: a chi spetta l’aumento in busta paga

I lavoratori dipendenti percepiranno in busta paga un aumento consistente, assicurato dalla manovra del Governo Meloni per diminuire la pressione fiscale.

La linea guida della manovra messa in atto dal Governo Meloni è stata tracciata da Mario Draghi già nella scorsa legislatura. All’epoca il capo del governo aveva deciso di introdurre uno sgravio fiscale allo scopo di evitare che i lavoratori dipendenti pagassero una parte dei propri contributi.

Aumento in busta paga: per chi?
Le cifre del paventato aumento in busta paga – Computer-Idea.it

La necessità nasceva, già allora, dalla volontà di contrastare l’inflazione e sostenere il potere d’acquisto degli stipendi. L’aumento dell’inflazione infatti provoca l’aumento dei prezzi e, quindi, con lo stesso stipendio è possibile acquistare un numero minore di beni.

Allo scopo di dare un po’ di respiro a coloro che non possono contare su uno stipendio da dipendente molto alto, il Governo Draghi e poi il Governo Meloni avevano deciso di tagliare il cuneo fiscale a favore di quei lavoratori dipendenti che percepiscono retribuzioni lorde fino a 35.000 Euro.

Questi lavoratori dovranno pagare meno contributi all’INPS, risparmiando quindi fino a 100 Euro sulla busta paga dei mesi da Luglio fino a Dicembre 2023.

100 Euro “bonus” ma non per tutti

Dal momento che i contributi dovuti dai lavoratori saranno tagliati del 6% nei prossimi mesi e tale percentuale si calcola sulla base degli stipendi percepiti, questo significa che chi ha uno stipendio più alto risparmierà di più.

Cosa sappiamo del bonus in busta paga
Come si calcola il bonus in busta paga? – Computer-Idea.it

Più nello specifico:

  • chi guadagna 10.000 Euro l’anno tra Luglio e Dicembre 2023 avrà un aumento di 44,92 Euro
  • chi guadagna 30.000 Euro l’anno tra Luglio e Dicembre 2023 avrà un aumento di 90,54 Euro
  • chi guadagna 35.000 Euro l’anno tra Luglio e Dicembre 2023 avrà un aumento di 95,56 Euro.

Sarebbe stato probabilmente più corretto applicare una percentuale di sgravio fiscale crescente, permettendo ai lavoratori che percepiscono lo stipendio più basso di pagare ancora meno contributi rispetto a coloro che percepiscono annualmente uno stipendio più alto. Così facendo sarebbero stati maggiormente sostenute le fasce sociali più povere e non quelle più ricche.

Vale la pena sottolineare che questi soldi risparmiati dai contributi andranno a innalzare la soglia dell’imponibile, sul quale comunque andrà pagata l’Irpef. Significa che una parte dei soldi risparmiati saranno comunque pagati sotto forma di Irpef, pertanto gli importi appena indicati sono da considerare lordi e non netti.

Infine, una buona notizia: c’è la possibilità che il Governo Meloni riesca a trovare i fondi necessari a prolungare questa misura fiscale anche nel 2024: saranno necessari più di 10 miliardi di Euro.

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