Assegno Unico: per i genitori separati diventa una trappola, ma così ottieni il massimo

L’Assegno Unico e Universale può effettivamente diventare una trappola per i genitori separati se non viene gestito con attenzione.

L’Assegno Unico e Universale è un sussidio statale introdotto per sostenere economicamente le famiglie con figli a carico.  La misura, pensata per semplificare e unificare gli aiuti esistenti, presenta tuttavia delle complessità che possono trasformarsi in vere e proprie insidie, soprattutto per i genitori separati o divorziati.

Assegno Unico genitori separati
Come funziona l’Assegno Unico per i genitori separati – www.computer-idea.it

L’Assegno Unico è destinato a tutti i nuclei familiari con figli a carico, indipendentemente dal reddito, anche se l’importo del beneficio è modulato sulla base dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Più basso è l’ISEE, maggiore sarà l’assegno ricevuto.

Per i genitori separati o divorziati, la situazione si complica. Secondo la normativa, l’assegno viene erogato in pari misura tra entrambi i genitori che esercitano la responsabilità genitoriale. Questo significa che, se i genitori hanno l’affidamento condiviso del figlio, l’INPS provvede a versare metà dell’importo spettante a ciascuno di essi.

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Esiste, tuttavia, la possibilità di un accordo tra le parti. I genitori possono decidere che l’intero assegno venga erogato solo a uno di loro. Per fare ciò, devono dichiarare questa volontà in sede di richiesta del beneficio, fornendo la documentazione che attesti l’accordo. Questa scelta, però, può avere conseguenze che è bene valutare con attenzione.

Assegno Unico trappola
L’Assegno Unico per i genitori separati può diventare una trappola se non viene gestito bene – www.computer-idea.it

Un altro aspetto cruciale riguarda il calcolo dell’ISEE. Il documento di riferimento è quello del nucleo familiare in cui risiede il figlio beneficiario. Questo è un punto particolarmente delicato per i genitori separati o divorziati, poiché può accadere che il genitore richiedente l’assegno non faccia parte del nucleo familiare del figlio, ma l’altro genitore sì. In questi casi, la legge considera il nucleo come “unico” anche se i genitori non vivono insieme.

Secondo l’articolo 6 del D. Lgs. 230/2021, l’assegno può essere erogato interamente a uno dei due genitori oppure, a richiesta, può essere suddiviso equamente. Questo significa che la madre, o il padre, può presentare l’ISEE del proprio nucleo familiare e richiedere che l’intero importo dell’Assegno Unico venga versato solo a lei o lui.

Tuttavia, questa opzione può diventare un’arma a doppio taglio. Se non gestita correttamente, la scelta di concentrare l’assegno su un unico genitore potrebbe generare tensioni o dispute legali, specie se le condizioni economiche o personali dei genitori dovessero cambiare nel tempo. Inoltre, se il genitore che riceve l’intero importo non utilizza l’assegno in modo equo per il bene del figlio, l’altro genitore potrebbe trovarsi in una posizione difficile da gestire.

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