Sanzioni derivate da violazioni dei limiti di velocità stabilite da autovelox non omologati sono da annullare. Tutto su come riconoscerli.
Negli ultimi anni gli automobilisti hanno dovuto fare i conti con le multe per violazioni dei limiti di velocità accertati dagli autovelox presenti su strada. Questo dispositivo di controllo ha fatto emergere diverse polemiche perché non sempre è usato nel modo più corretto, come dimostrano gli autovelox non omologati ma che svolgono il loro lavoro.
Una sanzione nata da un autovelox non omologato è da annullare secondo quanto stabilito da una recente sentenza della Corte di Cassazione. L’oggetto del contendere è stato il dispositivo utilizzato dal Comune di Treviso il quale risultava essere “approvato” ma non “omologato“. Il tassello evidenziato può essere un problema anche per molti altri Comuni italiani, tant’è che ora l’Anci teme un aumento dei ricorsi sulla base della sentenza emersa.
Per questo motivo è davvero importante saper riconoscere i dispositivi di controllo della velocità non omologati, in modo da presentare ricorso per la multa ricevuta e non dover pagare l’importo di riferimento.
Come riconoscere un autovelox non omologato
Molto spesso, anche a causa di una normativa poco chiara, si ritiene che l’approvazione e l’omologazione di un autovelox siano la stessa cosa, ma per la giurisprudenza non è così. Come evidenziato dalla Cassazione non basta che il dispositivo sia stato autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture ma deve essere avvenuta una verifica tecnica più dettagliata per omologarlo correttamente.
In presenza di questa differenza è interessante capire come verificare se un autovelox è omologato oppure no. In prima battuta si può già dire che rendersene conto ad un primo sguardo non è possibile, in quanto l’informazione fondamentale emerge solo dal verbale di accertamento della violazione.
All’interno della multa sono indicate informazioni specifiche del dispositivo, tra cui la dicitura “Regolarmente approvato dal competente Mit“. Qui sarà necessario controllare, tramite un’istanza di accetto agli atti, cosa è presente nel decreto di riferimento (nel verbale ci sono numero e anno) per verificare se si parla di approvazione o omologazione.
In presenza di dubbi sull’omologazione dell’apparecchiatura che ha catturato l’infrazione l’indicazione è di rivolgersi ad un legale in tutta la procedura, dalla richiesta di accesso agli attivi fino ad arrivare ai passi da muovere una volta accertata la mancata omologazione dell’autovelox.