Brusco risveglio per gli appassionati di informatica. Il software Userbenchmarch richiederà una piccola sottoscrizione mensile.
Una notizia che di certo non è piaciuta a quanti attraverso il web hanno accesso a una serie di servizi più che mai fondamentali per la propria attività. Protagonista in questo caso è il noto sito web di benchmarking, Userbenchmark.
La piattaforma diventa a pagamento – computeridea.it
Il termine in questione, il banchmark, fa riferimento a uno specifico indicatore di prestazione, utilizzato per avere una lettura più che mai dettagliata dei propri prodotti attraverso una serie di diversi punti di vista. L’analisi citata, per quel che riguarda il settore specifico può essere impostata in vari modi.
C’è il banchmarking interno, per esempio, che non prevede un confronto con realtà esterne, quello esterno che offre l’opportunità di guardare al top presente sul mercato per quel che riguarda il proprio settore, e quello funzionale. In questo caso si fa riferimento a una logica che guardando all’esterno offre un potenziale di crescita per la propria azienda.
Batosta per gli appassionati di informatica: le logiche del banchmark
La novità che getta sconforto sugli utenti riguarda l’introduzione di un abbonamento mensile da 10 dollari. Il tutto per un sistema, una piattaforma fino a quel momento assolutamente gratuita. In ogni caso, ci sarà comunque una versione gratuita dello stesso software, con una specifica limitazione che riguarderà il numero di utenti che contemporaneamente potranno avere accesso.
Il tutto rappresenta un vero e proprio incubo per quanti abituati a lavorare, per la propria attività, senza sborsare un centesimo. In ogni caso la soluzione per gli stessi utenti sembra poter comunque riservare ampi margini di convenienza considerato, in alcuni casi, l’impatto che l’utilizzo dello stesso sistema può avere sulla propria attività.
C’è da dire quanto negli anni questa piattaforma abbia contribuito, per esempio, a far veicolare specifiche notizie. Probabilmente, proprio questo elemento ha portato alla successiva esigenza di limitare lo stesso servizio ponendo il vincolo dell’abbonamento mensile da pagare.
Tutto nasce nel 2011, con una impostazione che rendeva, di fatto, la stessa piattaforma una sorta di contenitore social capace di consentire il confronto tra varie realtà. Nel tempo poi la realtà è cresciuta diventando un vero e proprio punto di riferimento per i vari utenti. Oggi la notizia di quella che si appresta a essere una vera e propria rivoluzione, che però dovrebbe garantire una ancor più concreta e produttiva efficienza complessiva.