Brutte notizie per 3 milioni di utenti che utilizzano questo browser: la tua privacy è a rischio

I 3 milioni di utenti che utilizzano questo browser sono a rischio, arrivano brutte notizie. Privacy a forte rischio?

La navigazione in rete avviene tramite specifici browser che, in genere, tendono a garantire protezione all’utente. Il tema inerente alla privacy è sempre più curato e approfondito, ma a quanto pare un browser molto utilizzato non darebbe le giuste garanzie, rappresentando un rischio per i suoi 3 milioni di utenti attivi ogni giorno.

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La privacy degli utenti che utilizzano questo browser è a rischio – (Computer-Idea.it)

Al momento all’interno del settore tech ci sono diversi browser a disposizione, alcuni molto utilizzati mentre altri utilizzati da una cerchia ristretta di utenti. In questo caso il possibile problema privacy si lega ad un browser utilizzatissimo e realizzato da una delle aziende più impostanti del settore della tecnologica: Google.

Google Chrome infatti potrebbe mettere a rischio la privacy degli utenti a seguito della decisione presa dalla stessa azienda di Mountain View. Con una mossa a sorpresa, Google ha confermato delle notizie non proprio positive per 3 milioni di utenti.

Brutte notizie per gli utenti Google Chrome: l’azienda non eliminerà i cookie di terze parti

Nel 2020 Google iniziò i lavori al fine di trovare una soluzione che avrebbe dovuto portare all’eliminazione dei cookie di terze parti sul suo browser. Una scelta che da quell’anno avevano fatto anche competitor come Safari e Firefox. La strada sembrava tracciata ma recentemente la stessa azienda americana ha comunicato che non eliminerà i cookie di terze parti.

Google Chrome conferma cookie terze parti
Google ha ammesso che non eliminerà i cookie di terze parti – (Computer-Idea.it)

Per garantire maggiore privacy agli utenti, però, introdurrà nuove funzioni che permetteranno di fare una scelta consapevole. Al momento non è chiaro come saranno strutturate queste funzioni. È probabile che il singolo utente potrà scegliere autonomamente se continuare con i cookie di tracciamento o se passare all’API Topics semi-anonima di Google e la sua navigazione semi-privata.

L’utente dovrebbe essere in grado di cambiare la sua scelta in qualsiasi momento. Dal 2020 Google ha dialogato con diversi enti regolatori e con aziende private che operano nello sviluppo web, editori e pubblicitari. Da queste discorsi è emerso che Privacy Sandbox è capace potenzialmente di raggiungere gli obiettivi prefissati e per il quale è stato ideato. 

Un processo che richiede tempo ma gli investimenti dell’azienda americana proseguiranno alla ricerca di una soluzione che soddisfi tutti. Dall’altra parte, gli enti regolatori stanno prendendo atto di una decisione che li ha non poco sorpresi.

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