Improvvisa novità dall’Inps sul calcolo dell’Isee. Al centro del repentino cambiamento buoni e libretti postali.
Come noto l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) è un’attestazione decisiva per l’accesso a numerose prestazioni pubbliche, ottenute con agevolazioni e benefici. Si incontra ormai in una serie di misure molto diffuse dall’Assegno Unico e universale alle esenzioni o riduzioni delle tasse scolastiche e universitarie, dal bonus asilo nido alla Carta acquisti ordinaria.
Si tratta dunque di prestazioni molto importanti per le quali l’Isee determina l’ammontare dell’erogazione ottenuta o addirittura la possibilità di accedere al beneficio stesso. Il calcolo dell’Isee avviene tenendo conto di elementi di natura reddituale e di elementi patrimoniali rapportati poi al numero dei componenti dei soggetti che fanno parte dello stesso nucleo familiare.
Proprio riguardo il calcolo dell’Isee una delle novità introdotte lo scorso dal Governo in sede di Legge di Bilancio è stata proprio l’esclusione di alcuni valori patrimoniali, in particolare a non dover essere più conteggiati buoni e libretti postali, con un grande vantaggio apparentemente concesso alle famiglie.
Ma proprio una circolare dell’Inps, pubblicata nei giorni scorsi, afferma proprio il contrario: buoni e libretti postali non vanno esclusi dal conteggio dell’Isee, anche se con valore complessivo inferiore a 50mila euro, come invece annunciato dal Governo in precedenza. Infatti la nuova procedura di calcolo non risultava aggiornata dall’Inps, che si occupa di effettuare conteggi e controlli.
La conseguenza una grande confusione, proprio nel periodo in cui si presentano molte attestazioni Isee, con la franchigia degli strumenti di risparmio delle Poste che venivano calcolati o meno dai vari uffici Inps. La circolare chiarisce la situazione, affermando che l’entrata in vigore delle nuove disposizioni non è immediata. Infatti prima devono essere approvate, le modifiche al regolamento di disciplina dell’Isee.
Quindi al momento le modalità di conteggio delle voci patrimoniali non cambia. Resta l’obbligo di indicare nella Dichiarazione sostitutiva unica (DSU), presentata a partire dal 1° gennaio 2024, tutti gli strumenti finanziari posseduti dalle famiglie fino al 31 dicembre 2022. Una situazione di confusione quindi per quanti hanno già presentato la DSU con le regole introdotte non più valide.
La Consulta nazionale dei Caf aveva già dato indicazione di inserire nelle dichiarazioni tutti i valori patrimoniali (compresi quindi i libretti e i buoni postali) in attesa di una correzione dell’Inps, mentre Poste si era già adeguata alle nuove disposizioni, prevedendo l’esclusione di libretti e buoni. Quindi chi aveva acquistato strumenti finanziari fino a 50mila euro dovrà comunque dichiararli per l’Isee, con un valore quindi più alto almeno per quest’anno.
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