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ChatGPT, perché non affidarsi alle risposte dell’IA: la spiegazione

È fondamentale avvicinarsi a queste innovazioni con uno spirito critico, riconoscere i limiti e le implicazioni delle risposte fornite.

Gli utenti di ogni parte del globo sono ormai consapevoli di quanto l’avvento degli strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT abbia trasformato il modo in cui cerchiamo informazioni. Questi chatbot, dotati di tecnologie all’avanguardia, promettono di ricevere risposte rapide e precise, analizzare dati, creare immagini e una marea di altre funzioni. La questione della loro affidabilità, tuttavia, rimane oggetto di dibattito.

L’utilizzo di ChatGPT pone gli utenti di fronte a un grande bivio: fidarsi o no? – computer-idea.it

Prima di affidare ciecamente la nostra fiducia a questi strumenti, infatti, è essenziale comprendere come vengono progettati. ChatGPT e i suoi omologhi basano le loro risposte su vasti archivi di dati provenienti da internet, inclusi libri, siti web e altri materiali. Sebbene questa tecnica di apprendimento possa sembrare efficace, porta con sé una problematica fondamentale: il principio “garbage in, garbage out”. Questo significa che se l’intelligenza artificiale viene addestrata con informazioni errate o obsolete, le risposte che fornisce rispecchieranno queste inesattezze.

L’importanza delle fonti: perché ChatGPT non può essere considerato affidabile

Un esempio concreto di questa problematica si vede spesso quando ChatGPT, interrogato su eventi recenti o su nozioni non aggiornate al momento del suo ultimo addestramento, fornisce informazioni datate o errate. Questo problema riguarda la maggior parte delle risposte fornite dal modello ChatGPT-3.5, quello liberamente accessibile e largamente utilizzato dalla maggior parte degli utenti.

 

Le sue risposte sono infatti basate su dati che risalgono fino a gennaio 2022, rendendo alcune informazioni potenzialmente inaffidabili per le ricerche attuali. La questione non riguarda altri chatbot, che invece riescono ad accedere a informazioni più aggiornate, ma c’è un altro problema dal quale nessun modello sembra riuscire a sfuggire.

La questione più importante riguarda la mancanza di trasparenza nelle fonti. Diversamente dai motori di ricerca tradizionali, che in genere elencano esplicitamente le loro fonti, ChatGPT adotta un approccio più conversazionale e non mostra da dove derivano le sue affermazioni. Questo aspetto solleva dubbi sull’affidabilità delle informazioni fornite, poiché non è possibile verificare l’origine delle stesse.

In un’epoca in cui la disinformazione è dilagante, la capacità di distinguere tra fonti affidabili e non è più cruciale che mai. Nonostante queste preoccupazioni, è indubbio che gli strumenti di IA come ChatGPT offrano potenzialità rivoluzionarie. Possono facilitare l’ispirazione per progetti creativi, l’apprendimento linguistico e molto altro.

Paolo Pontremolesi

Mi chiamo Paolo Pontremolesi e sono un traduttore con un'innata passione per il mondo dell'informazione e del digitale. Da sempre mi informo su quello che accade intorno a me attraverso il web e amo condividere le mie conoscenze con gli altri, cercando di spiegare chiaramente anche i concetti e i fatti più complessi. La tecnologia, l'innovazione e l'attualità sono il mio pane quotidiano, con un occhio di riguardo per il mondo dell'intrattenimento, dalla musica al cinema, fino alla televisione.

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