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Chi può vedere cosa cerchi in incognito? La navigazione non è sicura come pensi

La navigazione in internet è diventata una parte integrante della vita quotidiana di miliardi di persone in tutto il mondo.

Con l’aumento delle preoccupazioni per la privacy online, molti utenti si affidano alla modalità incognito o privata dei loro browser preferiti per proteggere le proprie informazioni personali. Questa funzione, disponibile nella maggior parte dei browser moderni, promette una navigazione senza lasciare tracce come cronologia o cookie sul dispositivo utilizzato. Tuttavia, quanto è realmente sicura e anonima questa modalità?

La modalità incognito è davvero sicura e anonima quanto pensi? – computer-idea.it

La modalità incognito o privata sembra offrire una soluzione semplice ed efficace per chi desidera mantenere la propria attività online riservata. Attivando questa funzione, gli utenti si aspettano che nessuna informazione relativa alle pagine web visitate, ai dati inseriti nei form o alle ricerche effettuate venga salvata sul loro dispositivo.

In teoria, ciò dovrebbe rendere impossibile a chiunque acceda successivamente allo stesso computer o smartphone di ricostruire la cronologia delle attività online dell’utente.

La realtà oltre il dispositivo

Nonostante le aspettative degli utenti e le promesse dei browser, la realtà dimostra che la modalità incognito non garantisce un anonimato completo. Infatti, sebbene sul dispositivo utilizzato per la navigazione non rimanga alcuna traccia evidente dell’attività online, ci sono diversi attori nel vasto mondo di internet che possono comunque accedere a queste informazioni.

Sai chi può vedere dove vai quando usi la modalità privata? – computer-idea.it

In primo luogo, il provider di servizi internet (ISP) ha accesso completo ai dati trasferiti tra l’utente e i server web visitati. Ciò significa che ogni sito web aperto, ogni video guardato e ogni messaggio inviato può essere potenzialmente monitorato dall’ISP.

Inoltre, il proprietario della rete a cui si è connessi durante la navigazione (ad esempio in un ufficio o in un caffè) può facilmente tracciare l’attività online attraverso strumenti dedicati alla gestione del traffico internet.

Anche Google e altri motori di ricerca possono raccogliere dati sulla navigazione degli utenti anche quando questi ultimi utilizzano la modalità incognito. Sebbene possano limitarsi a raccogliere informazioni meno specifiche rispetto alla normale navigazione, resta comunque una significativa quantità di dati che viene elaborata.

Infine ma non meno importante: i cybercriminali hanno sviluppato tecniche sempre più sofisticate per intercettare i dati degli utenti su internet. Utilizzando malware o sfruttando vulnerabilità nelle reti Wi-Fi pubbliche, possono ottenere accesso a informazioni sensibili trasmesse anche durante sessioni in modalità incognito.

Una falsa sensazione di sicurezza

L’utilizzo della modalità incognito può quindi indurre in una falsa sensazione di sicurezza tra gli utenti che credono erroneamente di essere completamente anonimi online. È fondamentale comprendere i limiti di questa funzionalità e adottare ulteriori misure per proteggere la propria privacy su internet: l’utilizzo combinato della VPN (Virtual Private Network) può offrire uno strato aggiuntivo di protezione criptando il traffico dati e nascondendo l’indirizzo IP dell’utente dai potenziali osservatori esterni.

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