Resta attiva ancora per poco la possibilità di andare in pensione 7 anni prima. Cosa sapere per poter accedere al trattamento anticipato.
Il tema pensione è sempre centrale nel dibattito pubblico e ora propone un’opportunità che consente di lasciare il mondo del lavoro 7 anni prima della data classica per la pensione di vecchiaia. Ancora per poco, infatti, resta attiva la possibilità di poter andare in pensione molto prima, a condizione di rispettare determinati requisiti.
Le normative sulle pensioni sono diversi permettono ai lavoratori di poter gestire al meglio il loro addio al mondo del lavoro. La misura che permette di andare in pensione 7 anni prima ha previsto una proroga nell’articolo 9, comma 5-bis, introdotto al Senato nella legge di conversione del Decreto Milleproroghe N. 198 2022.
La proroga si riferisce alla possibilità di pensionamento anticipato fino a 7 anni nelle aziende che presentano un’eccedenza di personale, fino al 2026. Entriamo nel merito per vedere meglio come accedere a questa specifica misura.
Il termine di anticipo di 4 anni per l’esodo dei lavoratori è stato portato a 7 anni per il triennio dal 2018 al 2020 dalla legge di Bilancio 2018 e riconfermato fino al 2023 dalla legge di Bilancio 2021. La novità presente nel Milleproroghe 2023 conferma la misura fino al 31 dicembre 2026 e permette di concordare un piano di esodo anticipato a carico dell’azienda per lavoratori che distano 7 anni dall’età pensionabile INPS.
L’Isopensione ha sancito la possibilità ai datori di lavoro con più di 15 dipendenti, nei casi di eccedenza di personale, di formalizzare accordi con i sindacati maggiormente rappresentati, con l’obiettivo di far andare in pensione i lavoratori più anziani a cui mancavano al massimo 4 anni al raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia o anticipata, termine spostato a 7 anni. In presenza di questi accordi il datore di lavoro si impegna a versare nelle casse dell’INPS sia la somma per l’assegno sostitutivo della pensione (assegno di esodo) che la contribuzione correlata.
In questo modo si garantisce la copertura per tutto il periodo fino al raggiungimento dell’età per la pensione, il cui importo non è ribassato. Bisogna precisare che l’accordo di esodo deve essere autorizzato dall’INPS che valuta i requisiti contributivi del lavoratore e il requisito dimensionale dell’azienda. Inoltre, si richiede anche una fidejussione al fine di garantire la solvibilità dell’impegno finanziario verso il dipendente.
Da evidenziare sull’Isopensione che non beneficia della perequazione automatica all’indice ISTAT, non si possono essere effettuate trattenute, ad esempio per riscatti o ricongiunzioni o per la cessione del quinto, e infine non spettano i trattamenti di famiglia (ANF).
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