È l’incubo di ogni correntista online (e non solo): ritrovarsi di punto in bianco con il conto corrente bloccato e senza un perché.
Immaginate di svegliarvi un giorno e scoprire che il vostro conto corrente è bloccato. Nessun preavviso, nessuna spiegazione, nessuna soluzione immediata. Sembra una scena quasi da film, eppure è una realtà che molti correntisti stanno toccando con mano. Le banche, che dovrebbero essere i custodi della sicurezza finanziaria dei loro clienti, stanno chiudendo i conti di soggetti considerati “a rischio”. Ma cosa significa “a rischio” e cosa possiamo fare se ci ritroviamo in questa situazione?
La decisione degli istituti finanziari di bloccare i conti correnti “sospetti” deriva dalla valutazione del rischio associato a determinati clienti. Il punto è che non è affatto semplice capire cosa significhi esattamente essere considerati un “rischio”. Non esiste infatti una definizione unica: ogni banca applica criteri diversi, basati sulle proprie politiche interne. Tuttavia, possiamo individuare alcune caratteristiche comuni tra i soggetti “problematici”. Vediamole da vicino.
I “fattori di rischio”, come le banche li individuano
I fattori che possono far scattare l’alert sono principalmente tre:
- Storia creditizia negativa (correntisti che hanno avuto problemi di credito in passato).
- Assenza di una storia finanziaria consolidata (clienti che non hanno fornito informazioni adeguate sulla propria situazione economica).
- Operazioni sospette (soggetti coinvolti in transazioni illecite, gioco d’azzardo o investimenti poco chiari nel mercato immobiliare).
Nonostante le tutele prevista dalla legge 104/2023, che dovrebbe garantire agli utenti l’accesso ai servizi bancari, molte banche agiscono come se questa normativa non esistesse, interpretandola in modo autonomo e talvolta ingiustificato. Questo comportamento provoca gravi disagi ai correntisti, che si trovano improvvisamente senza accesso ai propri fondi. Il fenomeno riflette, a ben vedere, non solo la paura delle banche di fronte al rischio di insolvenza dei propri clienti, ma anche il crescente numero di episodi di illeciti e sospetti di frode.
Quando un conto viene bloccato, la banca dovrebbe sbloccarlo una volta chiarita la situazione (possibilmente nel più breve arco di tempo possibile). Tuttavia, se i sospetti si rivelano anche solo in parte fondati, i tempi per lo “sblocco” si allungano notevolmente. In caso di ritardi ingiustificati, i correntisti hanno comunque il diritto di rivolgersi alle autorità competenti o di avviare azioni legali a tutela dei propri interessi economici. Se invece il blocco è giustificato, la situazione si complica ulteriormente…