Elon Musk sta sviluppando un’Intelligenza Artificiale che sarà molto diversa dalle altre e verrà chiamata Gork: ecco perché
Le aziende di tutto il mondo stanno portando avanti una sorta di “corsa agli armamenti” nei confronti dell’Intelligenza Artificiale. Da quando il suo potenziale è diventato noto a tutti, con la diffusione di strumenti come ChatGPT e Bing, istituzioni e compagnie di vario tipo stanno cercando di dotarsi di servizi di IA propri, spesso sviluppando il proprio modello. E, tra gli altri, non poteva certo mancare Elon Musk.
Il CEO di Tesla si è occupato a lungo di IA e negli ultimi giorni ha condiviso informazioni più dettagliate sul chatbot di IA che le sue aziende stanno progettando per sfidare ChatGPT. Ha affermato che il suo prototipo è già superiore a ChatGPT 3.5 in diversi ambiti. Lo stravagante imprenditore ha trovato anche un nome molto interessante per la sua IA: “Grok”. Se per qualcuno può sembrare una parola insignificante, per gli appassionati di fantascienza non è un termine qualunque.
Un nome significativo per un’IA creata a immagine e somiglianza di Musk
All’inizio di quest’anno, Musk era stato tra i firmatari di una petizione che chiedeva una pausa nell’avanzamento dei modelli di intelligenza artificiale al fine di consentire lo sviluppo di protocolli di sicurezza condivisi. “Ho firmato quella lettera pur sapendo che era inutile“, ha confessato il miliardario, che ora si prepara a lanciare la sua IA.
Grok è il primo prodotto della società xAI di Musk ed è attualmente in fase di test con un gruppo limitato di utenti negli Stati Uniti. La cosa interessante di questo chatbot è che viene sviluppato con dati provenienti da X di Musk (il social network noto come Twitter, prima del suo acquisto), ed è quindi più informato sugli ultimi sviluppi rispetto ad altri chatbot con set di dati statici. Musk ha rivelato anche che Grok è stato progettato per rispondere “con un po’ di spirito e con una vena ribelle“. Un carattere molto simile a quello del suo proprietario, quindi.
La parola “Grok” è un neologismo coniato dallo scrittore americano Robert A. Heinlein per il suo romanzo di fantascienza del 1961 “Stranger in a Strange Land”. Nel romanzo, grok è una parola originaria di un popolo marziano che letteralmente significa bere. Lo scrittore la usa però in contesti molto diversi, per indicare una situazione in cui si possiede una profonda comprensione intuitiva e spirituale di qualcosa.
Molto popolare negli anni ’60, la parola è ancora abbastanza diffusa tra i lavoratori tecnici e informatici, oltre che tra gli scienziati. Secondo i linguisti, oggi grok continua ad essere usato per esprimere la capacità di comprendere qualcosa in modo approfondito e al di là della logica, oppure di stabilire un rapporto profondo con qualcuno.