Bonus Maroni in busta paga dal mese di agosto. Ma siamo sicuri che sia un bene? Per la pensione potrebbe essere una mazzata.
Non tutti i bonus portano vantaggi effettivi. O meglio: a fronte di un vantaggio immediato si rischia poi una brutta stangata in futuro. Il bonus Maroni sta facendo molto discutere proprio per questo: rischia di trasformarsi in una mazzata al momento di andare in pensione.
C’è chi preferisce pensare solo al presente e godere di ogni opportunità che il presente offre e chi, invece, preferisce programmare il futuro e valutare con attenzione ogni scelta. Questa distinzione vale, soprattutto, quando parliamo di economia e di pensioni. Le pensioni restano il tema caldo del momento: il nodo più difficile da sciogliere.
Il Governo di Giorgia Meloni si trova impossibilitato, al momento, ad attuare una riforma delle pensioni strutturale che vada oltre la riforma Fornero. le risorse economiche disponibili non consentono ancora di compiere questo passo. E ai problemi economici si aggiungono quelli di carattere sociologico: l’Italia, da ormai un decennio, è stata investita da un pesante crollo delle nascite.
Per questo motivo agevolare troppe uscite anticipate dal lavoro rischierebbe di far crollare tutto il sistema previdenziale. In questo contesto s’inserisce il bonus Maroni: ma è davvero vantaggioso? A partire da agosto molti lavoratori potranno ricevere più soldi in busta paga grazie al bonus Maroni. Si tratta di un bonus per il quale è necessario fare richiesta.
Il bonus Maroni spetta solo ai lavoratori dipendenti – sia del settore privato che del settore pubblico – che, pur avendo raggiunto i requisiti per andare in pensione con Quota 103, decidono di restare a lavorare. Ricordiamo che per accedere alla pensione anticipata con Quota 103 è necessario avere almeno 62 anni e almeno 41 anni di contributi.
Una volta perfezionati i requisiti il lavoratore può decidere se andare in pensione o restare a lavorare. Se deciderà di restare a lavorare può chiedere di fruire del bonus Maroni. La richiesta va fatta all’Inps. Chi sceglie di beneficiare del bonus Maroni potrà godere di uno sgravio contributivo. In pratica non pagherà la sua quota contributiva all’Inps e questi soldi gli verranno versati direttamente in busta paga.
Un dipendente, solitamente, ogni mese versa all’Inps il 9,19% di contributi. Chi decide di fruire del bonus maroni riceverà tale 9,19% in busta paga. Questo vuol dire che chi ha uno stipendio di 2000 euro al mese, riceverà un aumento di circa 185 euro. Tuttavia questo 9,19% di contributi non verranno versati da nessuno e, quindi, al momento di andare in pensione il lavoratore si troverà con dei contributi in meno.
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