Dichiarazione precompilata, che cosa succede dei dati non utilizzati dall’Agenzia delle Entrate nel documento.
A partire dal 30 aprile è possibile consultare la dichiarazione precompilata nelle pagine apposite create dall’Agenzia delle Entrate. Invece dal 20 maggio è possibile intervenire per le eventuali modifiche e l’invio. Dunque siamo ormai in pieno nella stagione più importante dell’anno fiscale per moltissimi contribuenti, quelle della dichiarazione dei redditi.
Sicuramente il modello precompilato rappresenta per molti non addetti ai lavori un consistente passo in avanti, essendo uno strumento di più semplice gestione. Eppure non tutto risulta così immediato e in alcuni casi l’utilizzo del modello precompilato lascia numerosi dubbi al contribuente. Infatti in diversi casi nella dichiarazione precompilata, si leggono delle postille ad alcuni righe con l’indicazione dato non utilizzato. Ma cosa significa?
Come è noto nella dichiarazione precompilata è possibile apportare delle modifiche prima dell’invio, se nella sua consultazione emergono delle correzioni o integrazioni da inserire. In questo senso molti contribuenti si trovano in difficoltà nei confronti dei dati non utilizzati dall’agenzia stessa, ma presenti nella maschera riassuntiva della precompilata.
Diciamo subito che in genere i dati con l’indicazione “non utilizzati” sono oneri e spese a carico del contribuente, ma delle quali l’Agenzia delle Entrate non ha certezza sul diritto alla detrazione, per esempio nel caso di documentazione insufficiente. In situazioni simili, il contribuente deve fornire tutta la documentazione necessaria per ottenere la detrazione.
Al contrario utilizzare il dato senza la relativa documentazione può essere rischioso. Infatti un dato del genere, usato per la modifica della dichiarazione precompilata, ma senza necessaria documentazione espone il contribuente ai controlli preventivi dell’Agenzia. Dunque anche se si ritiene che la spesa o l’onere possa dar diritto alla detrazione, bisogna avere tutti i documenti del caso.
Un esempio tipico è quello relativo all’affitto dell’abitazione, per il quale si ritiene di aver diritto alla detrazione. La spesa è nota all’Agenzia delle Entrate, infatti la riporta nel modello precompilato, ma mancano i documenti necessari per dimostrare di avere i requisiti appropriati per la detrazione. Quindi a questo punto il contribuente, o il professionista a cui si è rivolto, per richiedere lo sconto sulle imposte deve presentare altri dati.
In altre parole un dato noto all’Agenzia delle Entrate, ma non utilizzato nella stima delle imposte nell’incertezza della documentazione, può essere inserito nella modifica per l’invio definito, ma a patto di possedere e fornire i chiarimenti necessari.
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