Tra le varie misure, il bonus ISCRO rappresenta una risorsa fondamentale per chi si trova in difficoltà. Questo incentivo è stato creato per fornire un aiuto concreto ai lavoratori autonomi che, a causa di condizioni sfavorevoli, hanno visto il loro reddito diminuire drasticamente. Grazie a questo strumento, è possibile ricevere un sostegno finanziario per superare momenti critici e continuare a operare nel mercato.
In Italia, il numero di lavoratori autonomi è in continua crescita: ha ormai superato i 5 milioni. L’ultima Legge di Bilancio ha introdotto importanti novità per l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa. L’importo del bonus varia da un minimo di 250 a un massimo di 800 euro al mese, per un periodo massimo di sei mesi.
Un sostegno ad hoc per chi lavora in proprio
Tuttavia, per poter accedere a questo beneficio è necessario soddisfare specifici requisiti: essere iscritti alla Gestione Separata dedicata ai lavoratori autonomi; avere una partita IVA attiva da almeno tre anni; aver subìto una riduzione del fatturato di almeno il 70% rispetto ai due anni precedenti; avere un reddito annuo inferiore a 12.000 euro; essere in regola con i versamenti previdenziali.
Il calcolo del bonus si basa sul reddito semestrale medio degli ultimi due anni. A questo reddito viene applicata una percentuale del 25%, che determina l’importo mensile del bonus. Al sostegno possono accedere anche i professionisti che fanno parte di studi associati, purché iscritti alla Gestione Separata INPS.
Tuttavia, sono esclusi dal beneficio coloro che percepiscono NASpI o DIS-COLL, o che hanno un reddito superiore ai 12.000 euro annui, oltre ai lavoratori non in regola con i contributi. Le domande per accedere al bonus vanno presentate entro il 31 ottobre. La procedura può essere completata online attraverso il sito dell’INPS, accedendo alla sezione “Indennità per lavoratori autonomi ISCRO”, autenticandosi con SPID o Carta di Identità Elettronica.
In alternativa, è possibile interfacciarsi con il Contact Center INPS. Una volta inviata, la domanda non potrà essere ripresentata nei due anni successivi. Il diritto a percepire il bonus può decadere in determinate circostanze, come la chiusura della Partita IVA durante il periodo di erogazione del bonus, l’accesso ad altre forme di sostegno al reddito o l’iscrizione a enti previdenziali diversi.