Un ricercatore particolarmente curioso ha sollevato diversi dubbi sul costo effettivo e sul reale valore del Rabbit R1.
Quando fu presentato al mondo per la prima volta ormai qualche mese fa, il Rabbit R1 fu accolto come un rivoluzionario dispositivo hardware, in grado di assistere gli utenti in una varietà di compiti attraverso semplici comandi vocali. Con una facilità d’uso senza precedenti e una integrazione AI mai vista su altri dispositivi, il Rabbit R1 aveva l’ambizione di ridefinire l’interazione quotidiana con la tecnologia.
Tuttavia, recenti sviluppi hanno rivelato che le funzionalità del dispositivo potrebbero non essere così esclusive come si pensava inizialmente: sembra che il Rabbit R1 possa essere trasformato anche in un’app.
Il dispositivo, in particolare, ha catalizzato l’attenzione sia grazie alle promesse di elevata integrazione AI, sia perché era qualcosa di molto diverso dagli smartphone, molto più minimalista. La domanda fondamentale che molti si pongono oggi è se il valore aggiunto del dispositivo giustifichi il prezzo richiesto (circa 200 euro), soprattutto alla luce di recenti scoperte che potrebbero rivelare la natura effettiva del prodotto.
Il vero volto del Rabbit R1: considerando il costo, vale davvero la pena acquistarlo?
Da una recente indagine condotta da Mishaal Rahman di Android Authority, è emerso che il Rabbit R1 potrebbe non essere il dispositivo rivoluzionario che tutti pensavano. Rahman ha scoperto che il software del Rabbit R1 può essere scaricato e utilizzato su un comune smartphone Android, come il Google Pixel 6A, dimostrando che le funzionalità del dispositivo non sono così esclusive come inizialmente si pensava.
Il Rabbit R1 è uno dei più innovativi dispositivi AI presentati negli ultimi mesi (Foto YouTube rabbit) – computer-idea.it
Il launcher APK di Rabbit, una volta installato e adeguatamente configurato su un dispositivo mobile standard, sembra comportarsi e rispondere esattamente come farebbe sul dispositivo originale, mettendo in discussione la necessità di un hardware dedicato.
Rahman ha raccontato di aver adattato il tasto volume del telefono per replicare il pulsante hardware del prodotto e di essere riuscito a utilizzare l’app al meglio, sollevando quindi un interrogativo significativo: il Rabbit R1 è essenzialmente un’app Android che viene venduta come un dispositivo standalone al prezzo di 199 euro?
Nonostante le evidenze presentate da Rahman, Jesse Lyu, il fondatore e CEO di Rabbit, ha fermamente contestato queste affermazioni. Lyu sostiene che l’APK utilizzato da Rahman sia una versione non autorizzata e che il vero software del Rabbit R1, che opera con un cloud e un firmware personalizzati, offre molto di più di quanto un’app Android standard possa fornire.