Facebook ed Instagram sono nei guai. I due social network di proprietà di Meta sarebbero finiti sotto indagine da parte dell’UE.
Se si pensa al mondo dei social network attuale, il pensiero immediato corre a Meta. Un vero e proprio colosso ideato da Mark Zuckerberg, che ha sotto la sua ala alcune delle piattaforme maggiormente utilizzate su scala globale. Basti pensar a Facebook, Instagram e Whatsapp. Tutti servizi leader nel loro settore e che contano ogni giorno milioni di persone connesse e pronte per sfruttare tutti i vantaggi del caso.
Non mancano però le controversie legali, che spesso si concentrano sull’intero “pacchetto” di piattaforme social a talvolta potrebbero anche essere indirizzate ad un singolo servizio. C’è in particolare una nuova svolta per Facebook e Instagram. Secondo quanto si legge infatti, l’UE le avrebbe messe entrambe nel mirino e ora sarebbero sotto indagine. Ecco tutto quello che sappiamo a riguardo, per Meta potrebbero esserci guai seri in vista.
Ennesima “gatta da pelare” per Mark Zuckerberg, con due dei suoi social network di punta che ora sarebbero finiti nel mirino dell’Unione Europea. Stando a quanto si legge, infatti, l’accusa riguarda Meta nello specifico. Con l’azienda che non starebbe facendo nulla per poter proteggere la salute mentale dei più piccoli che usano ogni giorno Facebook ed Instagram.
In particolare dopo l’entrata in vigore del Digital Markets Act, in UE i social network sono finiti nel mirino di alcune istituzioni che hanno come obiettivo il corredo adempimento delle norme stabilite. Se c’è TikTok che rischia il ben definitivo negli USA, in Italia è l’Antitrust che sta portando avanti alcune indagini.
E ora tocca anche a Meta, con l’UE che vuole vederci chiaro e capire se la società di Zuckerberg stia rispettando o meno le norme del DSA. Pare infatti che il modo in cui funzionano le piattaforme di Meta tendono ad indurre dipendenze comportamentali nei bambini e creare degli effetti a catena, fa sapere l’accusa.
E inoltre, verrà anche esaminato se i sistemi di raccomandazione e le impostazioni predefinite sulla privacy siano sufficienti per poter garantire un’adeguata sicurezze e protezione per i minori. Ora la Commissione Europea avrà il compito di raccogliere delle prove e poi di andare davanti ad un giudice.
Non c’è una data di scadenza per l’indagine, dunque ci sarà tutto il tempo necessario per una eventuale svolta. C’è chi già parla di multe che potrebbero arrivare fino al 6% del fatturato globale di Meta.
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