Il mondo dei servizi in abbonamento sta vivendo un’espansione senza precedenti.
Piattaforme come Netflix, Disney+ e Spotify hanno reso questo modello d’affari estremamente popolare, offrendo ai consumatori l’accesso a contenuti esclusivi mediante il pagamento di una quota mensile o annuale. Questa strategia si è rivelata vantaggiosa per le aziende, garantendo loro entrate costanti e la possibilità di costruire una base di clienti fedeli.
Tuttavia, non tutto ciò che luccica è oro. Recentemente, uno studio condotto dalla Federal Trade Commission (FTC), in collaborazione con l’International Consumer Protection and Enforcement Network (ICPEN) e il Global Privacy Enforcement Network (GPEN), ha gettato luce su alcune pratiche discutibili adottate da queste piattaforme.
Analizzando 642 siti web e app che offrono servizi in abbonamento, lo studio ha scoperto che quasi il 76% di essi utilizza tecniche potenzialmente manipolative note come “dark patterns”.
I dark patterns sono strategie di design ingannevoli volte a influenzare le decisioni degli utenti online. Queste tattiche possono spingere gli utenti a compiere azioni non nel loro interesse migliore, come ad esempio iscriversi involontariamente a newsletter o accettare condizioni contrattuali sfavorevoli. Tra gli esempi più comuni vi sono il prezzo barrato ingannevole, dove un prezzo viene presentato come scontato senza che lo sia realmente; l’opzione pre-selezionata per ricevere comunicazioni promozionali; e la scelta multipla tendenziosa che favorisce un’opzione rispetto alle altre.
Lo studio della FTC ha identificato quattro aree principali di preoccupazione legate all’utilizzo dei dark patterns:
Nonostante le implicazioni etiche delle pratiche evidenziate dallo studio siano indubbiamente problematiche, resta da vedere se queste violino specifiche leggi sulla protezione dei consumatori. Ciò nondimeno, l’impatto sul comportamento degli acquirenti online è innegabile ed estremamente allarmante. In risposta a questi risultati preoccupanti, la FTC ha annunciato piani per ulteriore ricerca qualitativa al fine di identificare altre possibili forme di dark pattern nei siti web e nelle app analizzate. L’intento è quello di comprendere meglio come queste pratiche influiscano sui consumatori e valutare passaggi successivi per affrontarle efficacemente.
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