Vuoi utilizzare Google Bard a tutti i costi? Ora sarai più incentivato a farlo, è cambiato per sempre: ecco cosa potrai fare.
Fra le intelligenze artificiali meglio riuscite troviamo Google Bard. Ha tentato di sfidare ChatGPT fin dal primo giorno della sua uscita, e si dimostrato efficiente quasi quanto lui. Gli aggiornamenti di Google lo hanno reso sempre più intelligente, pronto a dimostrarsi all’altezza di ogni situazione. E adesso sarà ancora meglio grazie all’ultimo update dedicato agli utenti.
Che cosa possiamo fare? Ciò rende l’aggiornamento interessante è che possiamo “personalizzare” la nostra privacy. Esiste una funzione che impedisce a Bard di utilizzare i nostri contenuti online per svilupparsi. Il futuro modello dell’IA di Google escluderà tutto ciò che riguarda noi stessi sul web. Non verremo presi in considerazione, e questa è una bella notizia. Per farlo è sufficiente disabilitare la funzione “User-Agent: Google-Extended” nel file robots.txt del sito web.
Si tratta di un documento che guida i web crawler automatizzati, indicando quali contenuti sono accessibili o meno. Anche se Google sostenga che sviluppare la sua IA sia etico, e che non ci sia bisogno di preoccuparsi, è molto importante fare un appunto. L’utilizzo dei dati per l’addestramento dei futuri modelli è particolare. Non ha niente a che vedere con l’indicizzazione standard di Internet, motivo per cui questa funzione è decisamente utile.
Danielle Romain, il VP of Trust dell’azienda di Google, sottintende che sia meglio non farlo. Google ha bisogno di una grande quantità di dati per alimentare la sua macchina. Questo serve a velocizzare il processo di apprendimento e a rendere Google Bard molto più intelligente. Senza la collaborazione degli utenti sul web sarebbe più difficile riuscirci. Inoltre afferma che sia sicuro, quindi non è necessario preoccuparsi.
Ciò non toglie che Google riuscirà ad evolvere la sua intelligenza artificiale. Ha accesso ad una quantità illimitata di dati, i quali sono stati raccolti nel corso degli anni. La possibilità di bloccare l’accesso ai contenuti degli utenti non è male dopotutto. Per ora non esistono soluzioni alternative o vie di mezzo: ci si dovrà accontentare. E voi dareste il consenso per il trattamento dei vostri dati in questo caso? Non è una situazione paragonabile a tante altre in effetti.
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