Cyber criminalità alle stelle, scoperta una grave truffa in Italia che ha colpito e derubato moltissimi 18enni. I dettagli della vicenda
Il questo 2023 che volge al termine la cyber criminalità ha raggiunto picchi mai visti, come nelle previsioni l’anno che sta per chiudersi avrà un numero di attacchi e di conseguenza un numero di truffe maggiori rispetto al 2022. Non c’è nulla da fare, per quanto ci si sforzi, la cyber criminalità sta avanti, molto avanti rispetto alla sicurezza, sta sfruttando le tecnologie d’informazione e comunicazione ottenendo l’accesso a diversi dispositivi.
Che siano malware o ransomware (in netto aumento quest’ultimo fenomeno) fa lo stesso: la truffa è sempre dietro l’angolo. Come se non bastasse, con le nuove tecnologie è meno complesso costruire una truffa che esula da un discorso di cyber criminalità, sfociando nel sociale. È successo proprio questi in Italia, dove sono stati derubati moltissimi 18enni.
Grazie a un’accurata indagine condotta dalla Procura di Trieste, i carabinieri hanno smascherato una grave truffa che non interessa soltanto il Friuli Venezia Giulia, ma tutta in Italia: ben 620 i casi già appurati. Un numero, fanno sapere le Autorità, destinato a crescere nelle prossime settimane. Sarebbero coinvolti migliaia e migliaia di falsi 18enni. Una grave truffa che sfruttava la creazione di Spid (riecco la tecnologia usata per andare contro la legge) e puntava sul Bonus Cultura, tra l’altro all’ultimo anno di vita, dato che verrà sostituito nel 2024 dalla Carta del Merito e dalla Carta Cultura Giovani.
Nel frattempo però la grave truffa si aggira sui 300 mila euro di danni. Il Bonus Cultura 2023 è un contributo dell’ammontare di 500 euro destinato ai 18enni, studenti nati nell’anno 2004, diventati maggiorenni nel 2022, che hanno potuto usufruire di quella somma per comprare prodotti e attività culturali da spendere fino ad aprile 2024. Molti di questi soldi, però, sono finiti in mano a finti ragazzi con una tecnica molto semplice. Venivano carpite le identità dei ragazzi fingendosi impiegati di Uffici Anagrafe comunali, utilizzando i dati rubati per accedere alla 18App e predisponendo falsi voucher d’acquisto.
Quindi hanno attivato uno Spid con le vere generalità dei ragazzi ma con un provider diverso dal fornitore del servizio Spid attivato dai giovani, e fatto acquisti da ditte complici. Il pm Pietro Montrone ha emesso il decreto di sequestro preventivo d’urgenza, convalidato dal gip e confermato dal Tribunale del Riesame, grazie al quale si è evitato che la somma ancora giacente, oltre 160 mila euro, finisse nelle mani dei truffatori. Ecco quello che succede quando la tecnologia di nuova generazione finisce nelle mani di criminali (cyber fino a un certo punto) vecchio stampo.
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