Dispositivi connessi a internet: ci semplificano la vita in casa ma il prezzo da pagare è la raccolta dei nostri dati. Lo studio preoccupante.
Nel nostro immaginario casa fa rima con rifugio, intimità, sicurezza, privacy. Davvero sicuri che sia proprio così? Se ci pensiamo bene tutti i dispositivi connessi a internet che usiamo ogni giorno – dagli smartphone ai sistemi di sicurezza, passando per le tv – sono in grado di raccogliere dati personali. Ad esempio la nostra posizione, ma anche i nostri interessi, le persone con cui ci connettiamo.
Addirittura tecnologie come queste sono capaci di decifrare “l’impronta digitale della casa”, con rischi per la privacy e la sicurezza delle famiglie. La tecnologia ci semplifica la vita? Indubbiamente. Ma qual è il prezzo da pagare? La raccolta dei nostri dati personali alimenta la gigantesca macchina del marketing e della pubblicità a livello globale. Tutta questa attività di monitoraggio e sorveglianza si traduce, per esempio, nella pubblicità personalizzata che fa capolino nei nostri smartphone.
I dispositivi collegati alla rete possono comunicare da loro e ciò può essere rischioso. Potrebbe essere che qualcuno si colleghi alla nostra fotocamera attraverso il web? O ascoltare quello che diciamo al telefono? È quanto hanno cercato di capire, riferisce El Pais, ricercatori di diverse università e centri di ricerca. Vediamo quello che hanno scoperto gli esperti.
Ecco come i dispositivi connessi a internet spiano le nostre case
David Choffnes, coautore della ricerca e docente della Northeastern University (Boston, Stati Uniti), sottolinea che uno dei problemi maggiori delle tecnologie connesse a internet consiste nella «violazione della privacy». Infatti «chi viola può avere un’idea chiara di cosa c’è in ogni casa».
Tra le inquietanti scoperte dei ricercatori c’è ad esempio il fatto che gli aggressori possono avere accesso ai messaggi che mandiamo, alle conversazioni via telefono, alle posizioni e alle ricerche testuali e vocali. Pochi hanno la consapevolezza del fatto che «tutti i dispositivi connessi al Wi-Fi comunicano tra loro in qualche modo», spiega a El Pais Juan Tapiador, professore dell’Università Carlos III e coautore dello studio.
Questo soprattutto perché le tecnologie di spionaggio sono in grado di monitorare l’andamento delle attività domestiche attraverso il web. Grazie a queste informazioni incontrollate i servizi pubblicitari e le app spia sono capaci di «creare un’impronta digitale di ogni casa», fa presente Narseo Vallina-Rodríguez, altro coautore dello studio e ricercatore di Imdea Networks.
Questa impronta digitale permette, tra le altre cose, di identificare la casa in maniera univoca e anche di «dedurre il livello di reddito e le abitudini delle famiglie». Un rischio a cui sono esposte soprattutto le smart home, le “case intelligenti” che hanno molti dispositivi connessi a internet.