Chi pensa che il computer quantistico sia perfetto dovrà ricredersi perché recenti scoperte hanno ribaltato tutto.
Nel nostro Paese la ricerca e soprattutto gli investimenti a favore della tecnologia quantistica sono molto indietro, tant’è che da alcuni report emergono gap molto importanti rispetto a ciò che stanno facendo altri Paesi, come la Germania o la Francia.
Il problema, però, potrebbe essere “rimandato”, perché sembra che alcuni esperti abbiano trovato delle “falle” nel funzionamento dei computer quantistici. L’analisi che rivela i punti deboli, almeno attuali, di questa tecnologia, è stata pubblicata sulla rivistaPhysical Review Letters che ha esplorato “l’effetto del cronometraggio imperfetto sulla dinamica quantistica controllata”.
Dal Politecnico di Vienna arriva un annuncio che conferma la scoperta e spiega il perché si tratta di un fattore assolutamente determinante, almeno per ora, sull’utilizzo della tecnologia quantistica e sulla sua espansione futura.
Gli esperti spiegano perché la tecnologia quantistica non sia ancora a “pieno regime” e quali sono le difficoltà che andranno superate. “L’informatica quantistica, si basa sulla natura capricciosa delle particelle sospese ai margini dell’esistenza, il tempismo è tutto“, si legge. Il problema ingigantisce all’aumentare del numero di particelle che si devono analizzare, e dunque già siamo di fronte a una sorta di limite.
Tra le altre cose, come spiegano sempre gli esperti, ad oggi un computer quantistico deve affrontare altre limitazioni, come ad esempio i campi elettromagnetici e non da ultimo la precisione delle componenti di cui è fatto.
La misurazione del tempo è un altro di questi fattori, e il limite sarebbe intrinseco, perché un orologio, a meno che non abbia una fonte di energia eterna, si comporta in un modo che non è compatibile, se possiamo dire così, con le performance del computer quantistico: ovvero, l’orologio o va veloce o è preciso, e tutte e due le cose contemporaneamente non sono possibili. Almeno per il momento.
La soluzione, secondo gli esperti, arriverà solamente quando la tecnologia riuscirà a “sezionare in modo affidabile i giorni in porzioni sempre più fini“. Ma sembra che non sia qualcosa di molto facile, nemmeno per i ricercatori. Questo ovviamente non significa che la ricerca si fermerà, ma bisogna ammettere che di recente anche le tecnologie più avanzate – vedasi ad esempio l’intelligenza artificiale – non sono propriamente rivoluzionarie come si sperava. Ma in fondo l’essere umano ha sempre trovato il modo di superare i limiti, e sicuramente accadrà anche questa volta.
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