Il GPS fa male? C’è una ragione per cui dovremmo non utilizzare Google Maps (et similia)

C’è un preciso motivo per il quale non bisognerebbe mai utilizzare il GPS e quindi tutti quei servizi o app che lo richiedono: il motivo

Ormai al giorno d’oggi a tutti sarà capitato di utilizzare il GPS del cellulare, visto che lo troviamo un servizio a dir poco utile. Questo è utilizzato ampiamente per la navigazione veicolare ed è in grado di fornire delle indicazioni stradali dettagliate che permetteranno di raggiungere la tua destinazione senza troppi intoppi. Infatti, servizi come Google Maps sono arrivati a sostituire il tanto amato TuttoCittà, riducendo il pericolo di smarrimenti.

GPS Male non dovremmo utilizzare Google Maps
Arriva la risposta alla domanda se il GPS fa davvero male – Computer-idea.it

Il GPS dei nostri dispositivi ci aiuta anche a pianificare viaggi, calcolando le distanze, tempi di concorrenza, ma addirittura consigliandoci delle attrazioni o i ristoranti presenti lungo il tragitto. Eppure da sempre sono numerose le domande riguardanti il suo impatto sulla nostra salute. Sono diversi i cittadini che si sono chiesti se il GPS facesse davvero male. Questa tecnologia versatile è utilizzata ogni giorno da milioni di cittadini, andiamo quindi a scoprire la risposta al quesito che preoccupa e non poco.

Il Gps fa davvero male? Arriva la risposta

Come già accennato, il GPS è utilissimo specialmente quando si organizza un viaggio, visto che rende più efficiente il nostro sistema di navigazione cerebrale. Questo può servire ad allenare il nostro cervello ed il suo senso dell’orientamento, ma soprattutto potrebbe incrementare la nostra memoria spaziale, che ci permette di fissare delle informazioni riguardanti l’ambiente circostante.

GPS Male non dovremmo utilizzare Google Maps
Il motivo per cui non dovremmo utilizzare Google Maps e simili – Computer-Idea.it

A promuovere questa teoria ci hanno pensato i ricercatori della McMaster Unviersity in Canada, che ha analizzato persone dai 18 agli 87 anni con diversi gradi di Orienteering. Seppur poco diffuso in Italia, questo è uno sport in cui ci si muove in un bosco o in una città senza un percorso prestabilito, ma passando per una serie di punti fino ad arrivare all’arrivo. L’unico strumento di cui potrà usufruire il partecipante è una bussola ed una mappa.

I partecipanti più esperti riescono ad avere una miglior rappresentazione mentale dello spazio, su una memoria spaziale più sviluppato. Per orientarsi serve quindi allenarsi ed a confermarlo ci hanno pensato uno studio fatto dall’Università di Lione e dall’University College di Londra. Il risultato rivela che crescere in campagna o in una città con una mappa complessa riesce a sviluppare il senso dell’orientamento rispetto a chi cresce nei centri urbani. In conclusione il GPS di certo non è dannoso, ma crescere in questi contesti dona un senso dell’orientamento più sviluppato.

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