L’IMU è una delle tasse più odiate dai contribuenti italiani. C’è però una folta categoria di popolazione che può non pagarla.
Nel 2012 ha sostituito l’ICI, l’imposta sulla prima casa. IMU, un acronimo che conosciamo tutti e che quasi nessuno ama. Si tratta dell’imposta, riscossa dai Comuni, che devono pagare tutti coloro siano proprietari di case e immobili. Oggi, però, la legge ci dice che le persone più in difficoltà possono non pagarla. Tutto quello che c’è da sapere sul punto.
Come detto, l’IMU è dovuta da chi possiede immobili (come case, terreni e fabbricati) e titolari di diritti reali su di essi, come usufrutto o abitazione. Non si applica alla prima casa, se questa non rientra nelle categorie di lusso, ma le seconde abitazioni, di qualsiasi categoria esse siano, sono invece tassate.
L’IMU si calcola su rendita catastale, moltiplicatore catastale e aliquota comunale. L’IMU si paga generalmente in due rate: la prima entro il 16 giugno e la seconda entro il 16 dicembre. Ma oggi sappiamo che chi è in particolari difficoltà economiche (e lo sono in tanti, di questi tempi) può essere esentato dal pagamento. Ecco come.
Chi può essere esentato dal pagamento dell’IMU
La Legge n. 160 del 2019 ha previsto all’articolo 1, comma 74, la possibilità per i comuni di concedere l’esenzione dall’IMU per immobili posseduti da anziani o disabili che acquisiscono residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di un trasferimento permanente.
Ovviamente l’esenzione dell’IMU non è automatica, ma richiede delle verifiche accurate da parte dei comuni. L’anziano o il disabile deve aver trasferito ufficialmente la propria residenza nella casa di riposo dove si trova in modo stabile. E, ovviamente, l’immobile per cui si richiede l’esenzione non deve essere affittato a terzi. Si tratta, di fatto, di una misura di welfare italiano. Ma, ovviamente, l’obiettivo è anche quello che non si creino illeciti e disfunzioni.
Fino a pochi anni fa, l’esenzione IMU era concessa solo per un singolo immobile, indipendentemente dalla localizzazione delle proprietà, anche se appartenenti a coniugi residenti in comuni diversi. Tuttavia, nel 2022 la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima questa limitazione, aprendo alla possibilità di ottenere una doppia esenzione per le coppie con residenze diverse, purché effettivamente abitate. La sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022 ha stabilito che spetta ai comuni e alle autorità competenti verificare che le due abitazioni siano realmente le dimore principali dichiarate.