In pensione ad appena 56 anni? Sì, puoi farlo grazie ad una misura molto vantaggiosa. Vediamo tutto quello che c’è da sapere.
C’è una misura poco conosciuta che ti permette di smettere di lavorare e andare in pensione a soli 56 anni: ben 11 anni prima rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero. Si tratta di una misura vantaggiosa sotto ogni punto di vista. Vediamo cosa devi fare per poter sfruttare questa opzione.
Andare in pensione a 56 anni più che un sogno sembra un vero e proprio miraggio. Dal 2011 in poi, infatti, grazie alla legge Fornero, salvo casi particolari, la maggior parte dei lavoratori deve attendere di aver compiuto 67 anni per poter accedere alla pensione di vecchiaia. Esistono diverse misure di prepensionamento ma tutte richiedono di aver maturato molti anni di contributi.
Per fruire della pensione anticipata ordinaria, ad esempio, gli uomini devono aver raggiunto almeno 42 anni e 10 mesi di contributi e le donne almeno 41 anni e 10 mesi. Poco meno per fruire di Quota 103 la quale consente il pensionamento a 62 anni con 41 anni di contributi ma, da quest’anno, comporta pesanti tagli sull’assegno mensile. C’è una misura poco conosciuta che, invece, permette, in alcuni casi, di andare in pensione ad appena 56 anni e senza penalizzazioni.
Pensione a 56 anni senza penalizzazioni: il sogno si avvera
L’Inps conferma tutto: sarà possibile accedere alla pensione ad appena 56 anni e con un requisito contributivo relativamente basso. La misura in questione è molto vantaggiosa sotto diversi aspetti. Vediamo tutto nei dettagli. Andare in pensione a 56 anni, dalla legge Fornero in poi, sembra impossibile ma non lo è affatto.
I lavoratori del settore privato in alcuni casi possono riuscirci. Come? Con la pensione anticipata d’invalidità. Questa misura consente di accedere alla pensione a 56 anni alle donne e a 61 anni agli uomini. Bisogna, però, soddisfare due requisiti:
- avere almeno 20 anni di contributi;
- avere un’invalidità specifica pari o superiore all’80%.
Si badi bene: non deve trattarsi di generica invalidità civile ma di invalidità specifica, cioè un tipo di invalidità che renda impossibile al soggetto lo svolgimento della sua mansione lavorativa. Ad esempio un’artrosi alle mani per una sarta. Questa misura è decisamente più vantaggiosa di altre opzioni di prepensionamento.
Ad esempio è più vantaggiosa di Opzione donna la quale prevede il pensionamento a 61 anni – 60 per le donne con un figlio, 59 per le lavoratrici con due o più figli – con 35 anni di contributi. Anche Opzione donna si rivolge alle persone con invalidità pari o superiore al 74% e, in questo caso basta l’invalidità civile. Ma Opzione donna comporta il ricalcolo contributivo dell’assegno previdenziale e, quindi, pesanti tagli.
La pensione anticipata di invalidità è più vantaggiosa anche di Ape sociale che permette, a chi ha un’invalidità pari almeno al 74%, di accedere alla pensione a 63 anni e 5 mesi con 30 anni di contributi. Con Ape sociale non solo bisogna restare al lavoro molto più a lungo ma l’assegno mensile che si andrà a ricevere non potrà mai superare i 1500 euro al mese e non sono previste tredicesima né quattordicesima.