L’intelligenza artificiale non sparirà e occorre regolamentarla, dall’UE un primo accordo storico per molti motivi. Ecco cosa è stato deciso.
L’intelligenza artificiale è uno strumento che si è fatto avanti recentemente ma che sta rapidamente entrando nella routine di molte società. Società che lavorano nei campi più diversi e che offrono i servizi più diversi.
La questione che riguarda questa novità tecnologica altamente dirompente è globale ma il mondo non sembra ancora pronto ad affrontarla come tale. Ed è per questo che è interessante notare il percorso che si è intrapreso con una certa compattezza almeno all’interno dell’Unione Europea.
Che ha deciso di mettere nero su bianco alcune regole per poter gestire meglio l’apporto che comunque le IA porteranno alla vita di tutti i giorni e al lavoro. L’annuncio dell’accordo a livello europeo è arrivato dall’account del social di Elon Musk di Thierry Breton e ha aperto una discussione molto colorata.
L’intelligenza artificiale può avere ripercussioni straordinarie su tutti gli aspetti della vita ed è per questo che è ovviamente necessario comprenderla e in qualche modo regolarla per evitare che diventi distruttiva ma che rimanga costruttiva. Dal punto di vista dell’Unione Europea, e il messaggio sul social di Elon Musk pubblicato da Thierry Breton non lascia spazio ad interpretazioni, l’aver dato vita all’accordo preliminare sul cosiddetto AI Act è un passo avanti importante proprio nella direzione di creare alcuni obblighi per le intelligenze artificiali ad alto impatto, questo si legge, perché siano più sicure e perché chi le ha prodotte fornisca dati trasparenti sul modo in cui sono state addestrate.
Che cosa si intenda per sistemi ad alto impatto resta tutto da vedere. Ma anche se non è ancora molto chiaro chi dovrà sottostare a queste regole, anche se possiamo immaginarlo, sono già state messe nero su bianco le multe cui le società andranno incontro che possono raggiungere i 7.5 milioni di euro o essere calcolate fino al 1,5% dei guadagni globali.
Si tratta di qualcosa su cui occorre lavorare e anche se l’accordo preventivo in Europa è un primo passo si parla comunque di una legge che non entrerà in vigore prima del 2025, probabilmente perché siamo ancora talmente tanto all’inizio del nostro percorso di avvicinamento alle intelligenze artificiali che anche i legislatori avranno bisogno di aspettare e vedere che cosa succederà.
Intanto sui social e nei forum la decisione dell’UE di portarsi avanti con il lavoro di regolamentazione sta riscontrando pareri contrastanti tra chi associa positivamente l’introduzione di alcune regole per l’intelligenza artificiale a quanto già stato fatto con le policy riguardo i cookie e chi invece dallo stesso esempio trae conclusioni diametralmente opposte sottolineando come l’Unione Europea non sia da tempo la patria dell’Innovazione tecnologica ma solo dell’eccessiva quantità di regole che, si legge in contro luce, fiacca proprio l’innovazione.
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