La NASpI si può ottenere dopo dimissioni volontarie: ti rivelo come fare

Sebbene la NASpI sia generalmente riservata ai lavoratori licenziati involontariamente, esistono eccezioni di cui è bene essere a conoscenza.

In Italia, la NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un’indennità di disoccupazione che fornisce supporto economico ai lavoratori che perdono il loro impiego. Questo beneficio, nella sua concezione originaria, è stato principalmente riservato a chi perde il lavoro in modo involontario, cioè nei casi di licenziamento. In realtà, però, esistono alcune situazioni che si discostano da questa norma generale e di cui tutti i lavoratori dovrebbero essere consapevoli.

come accedere alla naspi anche in caso di dimissioni
Esistono eccezioni che permettono ai lavoratori dimissionari di accedere alla NASpI – computer-idea.it

La normativa italiana sul lavoro prevede delle eccezioni alle regole per beneficiare della NASpI, eccezioni che riconoscono la possibilità di ottenere l’indennità di disoccupazione anche in casi particolari di dimissioni volontarie. Queste eccezioni sono pensate per proteggere i lavoratori che si trovano in condizioni lavorative particolarmente difficili o ingiuste, in cui le dimissioni sono praticamente necessarie e non realmente volontarie.

Si tratta, come è lecito aspettarsi, di casi limite, non applicabili alla maggior parte dei lavoratori che scelgono di dimettersi. In ogni caso, però, esserne a conoscenza può aiutare alcuni soggetti a prendere decisioni importanti in maniera più informata. Il portale di esperti “La legge per tutti” ha recentemente esaminato la questione, fornendo una panoramica dettagliata di quali sono le possibilità a disposizione dei lavoratori.

Quando le dimissioni volontarie danno diritto alla NASpI

Una delle principali eccezioni riguarda le dimissioni per giusta causa. Questo caso si verifica quando il datore di lavoro viola gravemente gli obblighi legali o contrattuali, rendendo impossibile per il lavoratore continuare il rapporto di lavoro. Esempi comuni includono il mancato pagamento dello stipendio per almeno due mesi, reati subiti sul posto di lavoro come violenza sessuale o mobbing, e gravi violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro.

Secondo la circolare Inps n. 163 del 20 ottobre 2023, le dimissioni per giusta causa sono equiparate al licenziamento involontario poiché il lavoratore è costretto a lasciare il posto a causa di comportamenti illeciti del datore di lavoro.

come avere diritto alla naspi in caso di dimissioni
La NASpI è un’indennità di disoccupazione riservata principalmente a chi perde il lavoro involontariamente – computer-idea.it

Un’altra situazione che consente l’accesso alla NASpI riguarda il rifiuto del lavoratore di accettare un trasferimento a una sede aziendale distante più di 50 chilometri dalla sua residenza o raggiungibile in oltre 80 minuti con i mezzi pubblici. In questo caso, il rifiuto del trasferimento può giustificare le dimissioni volontarie e permettere l’accesso a questa misura.

La NASpI è concessa anche nel caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro nell’ambito di una procedura di conciliazione protetta. Questa procedura si svolge presso la Direzione Territoriale del Lavoro (DTL) e mira a tutelare gli interessi dei dipendenti. La risoluzione consensuale in conciliazione protetta è prevista dall’articolo 7 della Legge 15 luglio 1966, n. 604, modificata da successive normative.

Per ottenere la NASpI, in ogni caso, è fondamentale indicare chiaramente nella lettera di dimissioni la giusta causa che giustifica la cessazione del rapporto di lavoro. Questa giusta causa deve essere documentata presso l’Inps al momento della richiesta dell’indennità. La domanda deve essere presentata telematicamente entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro.

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