Queste sono le truffe più pericolose in cui tutti stanno cascando. Se non fate attenzione, potreste venire coinvolti anche voi.
Quando si naviga in rete, ci sono alcuni aspetti dei quali è bene tenere conto. Parliamo in particolare di truffe, che rappresentano sin dagli albori uno dei maggiori pericoli e che possono riguardare anche noi utenti “comuni”. Hacker e cybercriminali stanno infatti adottando sistemi sempre più all’avanguardia per ottenere dati e informazioni sensibili.
Ma ci sono alcune particolari modalità di truffa che ancora oggi rimangono le più conosciute e gettonate. Dovete stare molto attenti e informarvi subito, così da evitare problemi e sapere come agire con la prevenzione. Ecco una lista delle peggiori, ce ne sono alcune che dovrebbero attirare il vostro interesse. Sia che stiate utilizzando uno smartphone che con un PC o un tablet, i pericoli sono sempre dietro l’angolo.
Truffe più pericolose: ecco come riconoscerle subito
Queste di cui vi parleremo sono in assoluto le truffe più pericolose che si possono incontrare ad oggi in rete. A far emergere il problema ci ha pensato Matteo Viviani de Le Iene, con un servizio che ha voluto informare i cittadini in merito ai possibili pericoli se non si agisce nella maniera corretta online.
Il primo pericoloso trucchetto dei cybercriminali è il cosiddetto quishing, ossia un codice QR di collegamento al Wi-Fi che in realtà fa sì che vengano scaricati dei software dannosi sullo smartphone. Che tra le altre cose, possono anche fare bonifici, bloccare il telefono e rubare l’identità. Ma ci sono anche altri rischi, come per esempio le richieste di cambio password, i finti blocchi del conto o addirittura i messaggi su WhatsApp.
In particolare quest’ultimo caso merita la vostra attenzione, perché stanno aumentando le denunce e i rischi a riguardo. Si parla nello specifico di messaggi che vengono inviati dai contatti registrati nella propria rubrica, dunque perfettamente camuffatili. E di solito vengono richiesti soldi alla vittima, solitamente anziana. Con le somme che in realtà non finiscono nelle mani della persona salvata, ma di un hacker che ha avuto modo di infettare più smartphone e di ottenere gli accessi. A Le Iene addirittura un testimone ha raccontato di essersi ritrovato 11 conti bancari aperti a suo nome, con somme pari a 40/50mila euro versate su ognuno di essi.