L’IA si pone come un’interessante alternativa alla terapia tradizionale, sebbene con limitazioni che è importante tenere in considerazione.
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando molti settori e la psicoterapia non fa eccezione. In un contesto in cui la domanda di supporto psicologico supera l’offerta disponibile, nuove soluzioni tecnologiche stanno emergendo per colmare questo divario. Tra queste, i chatbot basati su IA stanno guadagnando terreno come strumenti potenzialmente efficaci e accessibili anche nel campo della psicoterapia.
Una delle realtà di maggior successo è la startup Sonia, che sta sperimentando l’uso di un chatbot terapeutico per supportare la salute mentale. Con recensioni positive e un numero crescente di utenti, Sonia si propone come alternativa economica e facilmente accessibile ai tradizionali terapeuti umani. Ma come funziona esattamente questo chatbot e quali sono le sue potenzialità e limitazioni?
Un nuovo approccio alla terapia: il chatbot AI di Sonia
Sonia è un’app per iOS che offre un “terapeuta AI” con cui gli utenti possono interagire tramite messaggi o chat vocale. Utilizzando modelli di intelligenza artificiale generativa, Sonia analizza ciò che gli utenti dicono durante le sessioni di “terapia” e risponde loro applicando tecniche di terapia cognitivo-comportamentale. L’app fornisce anche compiti a casa e visualizzazioni mirate a consolidare le intuizioni delle conversazioni.
Il servizio di Sonia ha un costo di $20 al mese o $200 all’anno, una cifra significativamente inferiore rispetto alle sedute di terapia tradizionali. Sonia, tuttavia, non ha ancora ricevuto l’approvazione della FDA, e i suoi fondatori non hanno un background in psicologia. Per affrontare questa criticità, la startup si avvale della consulenza di psicologi e ha recentemente assunto un laureato in psicologia cognitiva
Uno studio ha rilevato che l’80% delle persone che hanno utilizzato ChatGPT di OpenAI per consigli sulla salute mentale lo considera una buona alternativa alla terapia tradizionale. Chiaramente, la relazione umana tra terapeuta e paziente resta un elemento chiave per il successo del trattamento psicologico. Sonia cerca di colmare il divario tra domanda e offerta di supporto psicologico, ma è importante riconoscere i suoi limiti.
Ad esempio, i chatbot possono non cogliere segnali sottili indicativi di problemi gravi, come una persona anoressica che chiede consigli su come perdere peso. Inoltre, i bias presenti nei dati di addestramento possono influenzare le risposte del chatbot, che potrebbero non tenere conto delle differenze culturali e linguistiche nel modo in cui le persone esprimono i disturbi mentali.
La privacy degli utenti è un aspetto cruciale. Sonia conserva solo l’età e il nome dell’utente come informazioni personali indispensabili per la terapia. Tuttavia, non è stato chiarito dove e per quanto tempo vengano conservati i dati delle conversazioni, un punto critico per la trasparenza e la sicurezza dei dati sensibili.