Se il proprio telefono funziona male potrebbe essere colpa di una funzione nascosta che è sempre più controversa e ambito di dibattiti.
Se n’è parlato moltissimo negli scorsi anni, tanto che i più grandi colossi mondiali sono stati addirittura messi sotto accusa. Pare infatti che sempre più spesso i cicli vitali degli smartphone si riducano in moco inaccettabile.
Si tratta della cosiddetta obsolescenza programmata, quel processo che rende gli smartphone inutilizzabili a partire dal secondo anno di età, quello in cui conclude la garanzia. Nel bel mezzo di ipotetici complotti e teorie fantasiose, qualcosa di vero sembra esserci, seppur non ‘abbastanza comprovato’.
L’obsolescenza programmata è stata oggetto di dibattito e ha portato a sanzioni contro alcune aziende, riconosciute colpevoli di pratiche scorrette. La sua esistenza è un fenomeno confermato dalle istituzioni; successivamente annullato per la mancanza di prove tecniche di tale teoria.
Come accennato in precedenza, alcuni fattori hanno portato in questi anni i telefoni ad avere problemi importanti dopo due anni di vita. Sebbene i dispositivi si presentassero in buone condizioni, dei banali aggiornamenti del firmware avrebbero causato gravi disfunzioni e ridotto significativamente le prestazioni di alcuni modelli di smartphone.
Nel 2018, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha multato Samsung e Apple rispettivamente per 5 e 10 milioni di euro per ‘pratiche commerciali scorrette‘. L’accusa era legata al rilascio di aggiornamenti del firmware che avrebbero causato gravi disfunzioni e ridotto significativamente le prestazioni di alcuni modelli di smartphone.
Samsung, infatti, aveva incoraggiato i possessori di Note 4 a installare un aggiornamento ad Android Marshmallow pensato per il Note 7. Questo, causando problemi significativi ai dispositivi più anziani. Allo stesso modo, Apple aveva spinto per l’installazione di iOS 10 su iPhone serie 6. Questo, creando problemi per convincere gli utenti a optare per modelli più recenti.
Tuttavia, nel 2023, il Consiglio di Stato ha annullato il provvedimento di AGCM contro Samsung, citando la mancanza di prove tecniche sufficienti. Apple, d’altra parte, ha visto respinto il suo ricorso. Anche se in questi casi specifici l’obsolescenza programmata non è stata definitivamente confermata, queste dinamiche hanno contribuito a portare l’attenzione su pratiche che potrebbero ridurre la longevità degli smartphone.
Ad oggi, non a caso, qualcosa sembra essela cambiato. La durata dei nuovi smartphone sembrerebbe aver raggiunto circa 4/5 anni, sempre che lo stesso dispositivo sia tenuto in buone condizioni. Attualmente, vi sono però ancora diverse problematiche che obbligano alla sostituzione: la salute della batteria e la memoria interna sono le più comuni. Tuttavia, anche l’atteggiamento delle stesse aziende sembra essere mutato.
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