Amazon sta già lavorando per risolvere le criticità, ma la vicenda serve da campanello d’allarme per l’intero settore dell’e-commerce.
Nel vasto universo dello shopping online, Amazon è senza dubbio il più grande punto di riferimento, un paradiso per i consumatori alla ricerca di qualsiasi prodotto immaginabile. Alcuni recenti eventi hanno però gettato un’ombra su questa piattaforma di e-commerce apparentemente impeccabile, sollevando seri dubbi sull’efficienza e l’affidabilità del suo sistema pubblicitario.
Questa vicenda di cui tratteremo a breve è emblematica, e svela le crepe nel sistema del gigante dell’e-commerce e segnala anche allarmanti ripercussioni per venditori e consumatori. Uno sfortunato episodio che ha rivelato un problema sistemico all’interno dell’infrastruttura pubblicitaria di Amazon.
E, se non affrontato, potrebbe erodere la fiducia dei suoi utenti e minare la reputazione di affidabilità che la piattaforma si è costruita nel tempo. Al centro della questione ci sono infatti problemi e malfunzionamenti che hanno peggiorato l’esperienza sia degli acquirenti, sia dei venditori.
Il passo falso di Amazon: l’azienda ha ingannato utenti e venditori
La storia inizia con Rob Robinson, proprietario di Computer Upgrade King, un’azienda specializzata in computer e accessori per il gaming. Nelle scorse settimane, l’uomo ha scoperto che gli erano stati addebitati migliaia di dollari per la pubblicizzazione di alcuni dei suoi prodotti in California, uno stato in cui l’imprenditore aveva però precedentemente cessato le vendite.
La causa di questa situazione particolarmente grave è l’automazione dietro il sistema pubblicitario di Amazon, che ha continuato a promuovere questi prodotti nonostante non fossero raggiungibili per i consumatori. Il risultato è stato quindi un significativo danno economico per Robinson e l’illusione di migliaia di possibili acquirenti.
Nonostante ripetute segnalazioni del problema, la risposta iniziale di Amazon non è stata affatto collaborativa. Questo incidente ha però sollevato l’interessa su una problematica più ampia: il lucroso business pubblicitario di Amazon.
La maggior parte dei concorrenti di Amazon, come Google e Meta Platforms Inc., da anni offrono il targeting geografico, un servizio che permette alle aziende di raggiungere consumatori in specifiche località. Amazon ha invece a lungo trascurato questa caratteristica essenziale. Il risultato? Migliaia di annunci che appaiono davanti agli occhi dei consumatori, i quali scoprono solo dopo aver cliccato che l’acquisto è impossibile.
La vicenda di Robinson, portata alla luce da Bloomberg, ha spinto Amazon a riconoscere il problema e a impegnarsi a rimborsare i venditori colpiti. Tuttavia, la somma offerta a Robinson, 15.000 dollari, è solo una frazione della perdita subita, stimata tra i 200.000 e i 300.000 dollari. Questa situazione ha anche potenzialmente danneggiato il suo tasso di conversione, un fattore vitale per la visibilità dei prodotti sulla piattaforma.
Per Robinson e molti altri venditori, la soluzione potrebbe essere la diversificazione dei canali di vendita e la riduzione della dipendenza da Amazon, una prospettiva che molti avrebbero considerato impensabile fino a poco tempo fa.