Non dire mai questa parola quando parli al cellulare o rischi di cadere nella truffa: l’allerta non è da sottovalutare

Attenzione a dire questa parola quando parliamo al telefono. C’è il rischio di diventare vittima di una truffa avverte un esperto.

Adam Gordon è un esperto che, tra le altre cose, tiene corsi di informatica per organizzazioni governative e grandi aziende. Insegna anche presso la società di formazione ITProTV e di recente ha messo in guardia contro l’abitudine di pronunciare una determinata parola quando parliamo al telefono.

Parola da non dire mai al telefono
Silenzio, gli hacker potrebbero ascoltarti quando dici questa parola! – computer-idea.it

È un fatto, spiega Gordon, che siamo entrati nell’era delle tecniche di manipolazione delle tracce audio. Grazie all’intelligenza artificiale i truffatori saranno in grado di architettare stratagemmi sempre più sofisticati per mettere a segno i loro colpi. Insomma i cybercriminali si stanno facendo sempre più “tecnologici“. 

Merito – o forse dovremmo dire colpa? – dei chatbot che «oggi sono così avanzati che possono facilmente mascherarsi da esseri umani e imitare i manierismi umani». Forse non in tempo reale, ma quasi. In sostanza Lupin ha scoperto i vantaggi di Chat GPT e i nostri conti rischiano di pagare cara questa “combinazione” tra furto e tecnologia.

La parola da non dire mai al cellulare, c’è il rischio della truffa in agguato

In particolare c’è una parola che non dovremmo mai pronunciare al telefono, un’abitudine molto comune che potrebbe fare il gioco dei truffatori.

Mai pronunciare questa parola al cellulare
Con le tecnologie di oggi anche un semplice “sì” a una telefonata sconosciuta può farci cadere in una trappola – computer-idea.it

La parola da non dire mai al telefono e che potrebbe farci diventare vittima di truffa è semplicemente ““. Una semplice sillaba che pronunciamo spesso al telefono, soprattutto all’inizio di una chiamata. Ma perché dire sì è così pericoloso?

Iniziare la conversazione telefonica con un rapido “sì” è un’abitudine da perdere subito, afferma l’esperto. Negli Stati Uniti alcuni anno fa si verificarono infatti una serie di truffe che facevano leva proprio su questa parola. In pratica i “ladri di parole” registravano la parola “sì” pronunciata da varie persone, scelte in maniera casuale, per addebitare poi loro il costo di beni e servizi che non avevano mai acquistato

Da un semplice “sì”, inserito in un certo contesto, un truffatore abile può ricavare la base di un falso consenso al marketing. In pratica i criminali della rete puntano, più che a estorcere direttamente i dati alle loro vittime, a manipolare in maniera più raffinata semplici espressioni vocali. In un modo totalmente digitalizzato come quello di oggi un “sì” permette di avere accesso a profili privati, a sbloccare accessi, autorizzare operazioni, modificare dati e via dicendo. 

Gestione cookie