Una delle truffe telefoniche più efficaci di sempre si è evoluta per aumentare il numero di vittime, nonché il denaro sottratto.
Sono molte le truffe telefoniche a cui siamo esposti di questi tempi; alcune abbastanza semplici da captare, altre più subdole e difficili da comprendere. Se dapprima i call center utilizzavano numeri che venivano segnalati come spam, oggi si servono di contatti che, a primo impatto, potrebbero appartenere a chiunque, lasciando così il dubbio sul motivo di quella chiamata.
Tuttavia, finché si tratta di una compagnia elettrica o di un’azienda promozionale, per quanto utilizzi tecniche discutibili, non rappresenta un problema così grande. La questione si complica quando a chiamare è una persona che, puntualmente, dopo il primo squillo butta giù. La curiosità è tanta e l’ignaro destinatario, con molte probabilità, potrebbe richiamare.
Questa truffa è delle più note, nonché delle più efficaci. Il suo nome è Wangiri, più comunemente chiamata “truffa dello squillo”. Si tratta di una tecnica molto diffusa che, non solo è tornata alla ribalta di questi tempi, ma si è anche evoluta mostrando la sua versione “pro”, ancora più efficace e potente.
Wangiri: la truffa dello squillo che sottrae soldi si evolve
Più che sentito dire, sarà capitato più di una volta a tutti di ricevere una chiamata che, dopo il primo squillo, viene interrotta. Sono molti i motivi per cui i call center attuano questa tattica. Uno tra tutti è dimostrare di aver fatto quella chiamata (secondo le loro liste a disposizione) o, appunto, essere richiamati.
Nel secondo caso, non c’è niente di meglio che far leva sulla curiosità dell’utente per essere ricontattati, se non fosse che alcuni utilizzano questa trappola per far pagare denaro all’utente che richiama incuriosito. La chiamata, infatti, è a pagamento e le tariffe sono abbastanza elevate. Sebbene possa sembrare il costo del servizio di chiamata, a intascarsi i soldi sono nientemeno che i cyber criminali.
La truffa si è evoluta in una versione ancora più sofisticata che prende di mira anche le grandi aziende, raggirandole in pochi secondi. I cybercriminali utilizzano bot per inviare numeri internazionali ai moduli di contatto presenti sui siti web aziendali.
Questi numeri, a tariffa maggiorata, inducono i dipendenti che richiamano a pagare conti molto salati. Quando rispondono, la chiamata non solo inizia a far lievitare i costi, ma inganna chi chiama. I truffatori hanno trovato il modo di prolungare la chiamata, fingendo che non sia mai stata avviata.
Quando ricevono la richiamata, inviano un suono registrato di telefono che squilla, facendo credere che la chiamata sia ancora in attesa di risposta, mentre invece è già connessa, sottraendo credito all’ignaro chiamante. Come sappiamo, prevenire è meglio che curare. Per tenersi alla larga da questa truffa, è fondamentale adottare alcune precauzioni.
Installare app che filtrano le chiamate in entrata e permettono la ricerca manuale dei numeri segnalati da altri utenti può essere un’ottima difesa contro queste truffe. Altri due metodi efficaci includono la verifica dei numeri tramite l’Agcom per controllare se sono iscritti al Registro degli Operatori di Comunicazione. Se il numero non è presente e continua a chiamare, è consigliabile bloccarlo manualmente.