Da gennaio 2024 possiamo aspettarci un rincaro dei pedaggi autostradali. Ecco perché vedremo aumentare il prezzo del 2,3% nel nuovo anno.
Durante l’ultima riunione dell’anno del Consiglio dei Ministri, avvenuta il 28 dicembre, è stato approvato il decreto Milleproroghe. Questo permette di prorogare le scadenze di certe leggi vicine al termine con la fine dell’anno. Mentre alcune di queste sono positive, una novità aggiuntiva che costerà non poco è l’aumento del costo dei pedaggi autostradali, che entrerà in vigore con l’inizio del nuovo anno.
Le tariffe sono state aumentate del 2,3 per cento, seguendo l’indice d’inflazione per l’anno 2024. Il rincaro non è isolato, ma segue gli aumenti già avvenuti a inizio 2023 del 2% e, in precedenza, dell’1,34% il primo luglio 2022. Si tratta quindi di un trend che non sembra avere intenzione di rallentare, complice l’inflazione che non sembra avere intenzione di fermarsi.
Sfortunatamente con l’aumento non arriva nessun aiuto da parte delle concessionarie autostradali. Queste sono state chiamate per presentare nuovi piani di investimenti e proposte di aggiornamento dei piani economici finanziari, in conformità con le nuove norme dell’Autorità di regolazione dei trasporti. I termini per presentare le proposte sono stati rinviati al 30 marzo 2024, e quelli per i nuovi piani economici finanziari fino al 31 dicembre 2024. Questo non implica ritardo per i cambiamenti ai pedaggi stradali, che aumenteranno al 2,3% subito con l’inizio del 2024. Questo riguarderà tutte le tratte, a prescindere dal concessionario.
Da notare che la scelta non è stata riscontrata con favore dall’Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici Assoutenti. Questi non si trovano soddisfatti nella decisione del Governo di aumentare i caselli ancora una volta, con la pretesa di finanziare i lavori sulla rete ma contribuendo in realtà ai profitti delle società autostradali. Questo è confermato dai bilanci degli ultimi due anni: ASPI ha fatto oltre 1 miliardo nel 2022, seguiti da 800 milioni nei primi nove mesi del 2023.
A questo coro si unisce Carlo Rienzi, presidente del CODACONS. Secondo lui questi pedaggi più salati non hanno dimostrato un miglioramento dei servizi per gli utenti. Questo è dimostrato dai continui disservizi nella rete, i cantieri interminabili, le code infinite e così via. Intanto i pedaggi continuano a salire quando dovrebbero scendere come forma di indennizzo per gli automobilisti lesi. Sfortunatamente, però, questo trend non sembra avere intenzione di fermarsi, come dimostrato dalla decisione del Governo con la riunione di fine anno.
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