In tema pensioni arriva un bonus e vale svariati anni, con la possibilità che il datore di lavoro se ne faccia carico: come richiederlo.
In ambito pensioni spunta una novità che può essere richiesta fin da subito. Arriva infatti un nuovo “bonus”, che sarà presente anche il prossimo anno, a carico del datore di lavoro. Quest’ultimo potrebbe farsi carico del costo previsto per il riscatto di diversi anni di contributi. Una possibilità utile ad agevolare l’uscita dal mercato di lavoro e favorire il ricambio generazionale in azienda.
La conferma di questa nuova misura è stata data dall’Agenzia delle Entrate tramite la circolare 5/E del 7 marzo scorso. All’interno della circolare sono state riepilogate le novità in materia di reddito di lavoro dipendente introdotte dal Governo Meloni con il decreto Anticipi e la legge di Bilancio 2024.
Tra queste figura anche la possibilità che il datore di lavoro vada a sostenere l’onere previsto per la cosiddetta pace contributiva, uno strumento che permette di riscattare fino a 5 anni di contributi per periodi non lavorati. Vediamo come fare richiesta di questo nuovo “bonus”.
Nuovo “bonus” pensioni: il datore di lavoro può pagare la pace contributiva
L’attuale esecutivo ha deciso di riaprire il fascicolo sulla pace contributiva, già messa in atto nel 2019 e cessata nel 2021 alla fine del periodo sperimentale. Questa misura permette ai lavoratori di riscattare in tutto o in parte i periodi non lavorativi, quindi di vuoto contributivo.
È adeguato precisare che possono essere riscattati solo quei periodi scoperti da contribuzione obbligatoria presenti tra due periodi lavorati. Non possono far parte della pace contributiva i periodi precedenti alla prima occupazione. Inoltre, il riscatto è valido solo per i periodi antecedenti all’entrata della legge di Bilancio 2024, quindi fino al 31 dicembre 2023.
Il riscatto però non è gratuito e, a seconda dei casi, può essere anche particolarmente elevato. Secondo l’articolo 2, comma 5, del decreto n. 184 del 1997, l’onere è calcolato moltiplicando per l’aliquota contributiva Ivs, pari al 33% per il lavoratore dipendente, le retribuzioni ricevute nelle ultime 52 settimane
Per accedere alla pace contributiva, come spiegato dall’AdE nella circolare 5/E, il lavoratore può effettuare specifica richiesta all’azienda, con il datore di lavoro che può accettare o rifiutare la richiesta. In caso di risposta positiva: l’azienda vede emergere un costo interamente deducibile dalle imposte, mentre per il lavoratore non rientra nel reddito.
L’onere può essere sostenuto in un’unica soluzione o dilazionato su un massimo di 120 rate (10 anni) con importo non inferiore a 30 euro. Va precisato, infine, che la pace contributiva non è ancora operativa poiché manca la circolare attuativa dell’Inps con le istruzioni per poter fare richiesta.