L’ultima circolare dell’INPS rappresenta una vera e propria stangata su pensioni e lavoro: cosa rischiano i contribuenti.
Pensioni e lavoro tengono nuovamente banco a seguito della nuova circolare dell’INPS. Dalla comunicazione dell’ente emerge una vera e propria stangata ai contribuenti italiani, segnalando una perdita non di poco valore.
L’INPS tramite le sue comunicazioni cerca di fornire ai cittadini dei chiarimenti su molteplici argomenti. Questo perché sia il lavoro che le pensioni sono all’interno di un ambiente non sempre facile da decifrare e comprendere a livello burocratico e ordinativo.
Nella circolare diffusa si prevede una stangata per molti italiani dato che l’Inps è tenuta a sospendere la pensione e a recuperare le mensilità pagate indebitamente al verificarsi di una determinata situazione: entriamo nei dettagli per comprendere meglio a quale scenario fare attenzione.
Circolare INPS: stangata su pensioni e lavoro
Con la circolare del 29 gennaio l’INPS ha fornito dei chiarimenti sui casi di incumulabilità tra le pensioni e i redditi da lavoro. L’ente nazionale in caso di mancato rispetto del regime di non cumulabilità può procedere alla sospensione della pensione e al recupero delle mensilità erogate indebitamente.
All’interno della circolare si precisa che per le pensioni Quota 100, Quota 102 e per i trattamenti anticipati flessibili sono previsti, a partire dal giorno di decorrenza della pensione e fino a quando non si accumulano i requisiti per la pensione di vecchiaia, la non cumulabilità con i redditi provenienti sia dal lavoro autonomo che dipendente.
L’istituto informa i cittadini italiani sul regime di incumulabilità della pensione con i redditi da lavoro al momento in cui c’è la comunicazione del provvedimento di liquidazione della pensione, in applicazione del principio di trasparenza dell’azione amministrativa.
I redditi da lavoro autonomo occasionale fanno eccezione, purché non vadano a superare la soglia di 5.000 euro di compensi lordi all’anno. A tal proposito, l’INPS evidenzia che ai fini del calcolo del limite dei 5.000 euro lordi si vanno a considerare tutti i redditi annuali generati da lavoro autonomo occasionale, anche quelli della mansione svolta nei mesi dell’anno precedente la decorrenza della pensione e/ successivi al compimento dell’età utile per la pensione di vecchiaia.
Dunque la circolare dell’INPS mette in evidenzia dei criteri che per molti contribuenti potrebbero rappresentare un serio ostacolo. Ad ogni modo, l’ente ha spiegato dettagliatamente quali sono i casi in cui sussiste l’incumulabilità tra le pensioni e i redditi da lavoro.