Controllare tutto con il pensiero? È possibile con i nuovi progressi in tecnologia: ecco come sarà il nostro futuro.
La tecnologia sta facendo passi da gigante. I colossi del settore stanno tutti investendo in un progresso che vede come protagonisti intelligenza artificiale e visori. Apple si è differenziato lanciando il suo primo visore pochi mesi fa, dall’altra parte il mondo dell’Intelligenza artificiale permea ormai tutti i settori e rende sempre più evidente la nostra prossima dipendenza dalle macchine.
L’AI verrà integrata nella maggior parte delle aziende e probabilmente ci sostituirà in tanti ruoli, ma la più incredibile novità ha superato anche la stessa intelligenza artificiale. A fare breccia nell’immaginario comune è stato il progetto Neuralink di Elon Musk, che ha permesso l’installazione di un chip all’interno del cervello di persone paraplegiche, non più in grado di muovere i propri arti.
Il chip ha permesso di far interagire il cervello con il mouse del computer: il loro pensiero è diventato il cursore in grado di spostarsi sul desktop, giocare a scacchi, fare ricerche e più in generale interagire senza utilizzare le mani. Non è stato l’unico progetto a investire in interfacce più efficaci tra l’uomo e la macchina.
Novità dagli Stati Uniti: l’interazione uomo-macchina si fa bastare il pensiero
Un paziente con SLA negli Stati Uniti è riuscito a utilizzare Apple Vision Pro tramite un’interfaccia cerebrale impiantabile. Anche in questo caso, i comandi controllati dal cervello hanno sostituito la gestualità delle mani, che per l’utilizzo del visore erano imprescindibili. Synchron, è la società che lavora sull’interfaccia cervello-computer (BCI), e che ha permesso di sviluppare un’interazione ancora più sofisticata.
Mark, un uomo di 64 anni con sclerosi laterale amiotrofica (SLS), ha usato con successo i suoi pensieri diretti per controllare il cursore sull’Apple Vision Pro. Il Synchron BCI viene impiantato nel vaso sanguigno sulla superficie della corteccia motoria del cervello attraverso la vena giugulare, con una procedura endovascolare minimamente invasiva.
In un certo senso, una volta impiantato, diventa capace di rilevare l’impulso motorio inviato dal cervello. La neurotecnologia continua a sfidare il nostro immaginario: si va verso l’impossibile, ma sembra essere un’opportunità concreta per tutti coloro che sono impossibilitati a utilizzare il corpo: la tecnologia per loro non sarà più un impedimento, ma una soluzione.