Il prelievo ATM può far emergere alcuni sospetti da parte del Fisco se si supera una determinata cifra. Tutti cadono in errore.
Ogni italiano può lecitamente chiedersi quanto si possa prelevare al giorno senza destare sospetti da parte del Fisco, che poi condurrebbero ai dovuti controlli soprattutto alla luce della normativa sui controlli fiscali che possono scattare quando si verifica qualche azione non chiara.
Bisogna subito sottolineare che la legge non impone alcun limite massimo sui prelievi dei contanti dal proprio conto corrente, ma solo una soglia all’utilizzo del contante che, però, si riferisce al trasferimento di denaro a terzi. Il prelievo con il bancomat deve tenere in considerazione un limite giornaliero della propria banca. Se si preleva dal proprio conto tramite l’ATM, i limiti giornalieri e mensili variano in base a quanto stabilito dall’istituto.
In ogni caso i limiti giornalieri variano da 250 a 1.000 euro, con limiti mensili che possono arrivare fino a 3.000 euro. Ovviamente ogni correntista può discutere con la banca per modificare i massimali di prelievo giornalieri e mensili. Se si preleva da un ATM diverso da quello del proprio istituto il limite massimo concesso in un giorno è di 250 euro.
Prelievo ATM, i rischi del superamento della soglia massima: l’errore da evitare
Dallo sportello del proprio istituto non c’è alcun limite al denaro che si può prelevare. L’unico problema può emergere per mancanza di disponibilità di liquidità in quel momento in filiale e per questo motivo, quando si ha la necessità di prelevare alte cifre, è sempre meglio avvisare la banca in anticipo. Prelevare cifre elevate espone il cittadino ad possibile rischio a livello fiscale, dato che la normativa antiriciclaggio impone all’istituto, per somme superiori a 10.000 euro al mese, di chiedere il motivo del prelievo al cliente.
La soglia massima che i cittadini privati possono raggiungere con i prelievi in un mese è quindi 10.000 euro. Superata questa soglia le operazioni rischiano di essere segnalate all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) che poi avverte l’Agenzia delle Entrate.
Quest’ultima può procedere ai controlli su versamenti e bonifici ricevuti ma non sui prelievi per comprende se si sia verificata evasione fiscale. L’UIF invece può fare richiesta di approfondimento alla Guardia di Finanza quando si supera il limite dei prelievi mensili. Proprio la Guardia di Finanza conduce all’eventuale accertamento di natura fiscale da parte dell’AdE.