Quando si effettuano bonifici è bene prestare attenzione ad alcuni dettagli che potrebbero portare a possibili controlli del Fisco
Anche se il redditometro non figura tra le intenzioni dell’attuale Governo questo non significa che i movimenti di denaro ritenuti sospetti non possano finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco. È il caso dei bonifici in merito ai quali è importante tenere conto di alcuni importanti dettagli per evitare che scattino in automatico eventuali controlli e accertamento.
Del resto pur garantendo alla popolazione la massima libertà in fatto di gestione delle proprie finanze il contrasto all’evasione fiscale è un impegno che tutti i Governi che si susseguono devono necessariamente prendersi per cercare di arginare un fenomeno preoccupante. Da qui la necessità da parte del Fisco di verificare che non vengano commessi possibili illeciti monitorando i flussi di denaro dei contribuenti.
Controlli del fisco, quando sono possibili sui bonifici?
Tornando dunque ai bonifici viene da chiedersi quando i controlli siano possibili e in base a quali dettagli. Ebbene è importante a tal proposito prestare attenzione sia all’importo che al beneficiario nonché alla causale, elementi che in alcuni specifici casi potrebbero portare il fisco a decidere di approfondire con un accertamento. I dettagli a tal proposito sono riportati sull’articolo 35 del decreto legislativo 231 del 21 novembre 2007 e vanno a riguardare alcuni specifici tipi di bonifici.
È in questo ambito che si parla della cosiddetta Unità di Informazione Finanziaria istituita presso la Banca d’Italia allo scopo di contrastare il finanziamento del terrorismo ed il riciclaggio. A tal proposito viene imposto ad operatori finanziari ed intermediari bancari di segnalare alla UIF eventuali operazioni sospetti, ovvero “motivi ragionevoli per sospettare che siano in corso o che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo”.
Oppure, si legge ancora nell’articolo, che “i fondi, indipendentemente dalla loro entità, provengano da attività criminosa”. Non ci troviamo dunque di fronte a semplici bonifici riguardanti l’acquisto di beni o servizi ma a spostamenti di denaro finalizzati ad attività illecite e pericolose. Tali da portare la UIF ad effettuare controlli mirati sulle singole anomalie andando, qualora lo reputasse opportuno, a richiedere chiarimenti ulteriori.
Per poi fornire alle autorità competenti i risultati delle ricerche effettuate. Ricordando che da parte degli istituti di credito vi è il dovere di comunicare alla UIF le transazioni di quota superiore a 5000 euro ed i bonifici di importo superiore a 15mila euro destinati ad un soggetto avente conto corrente estero.