Chi rinuncia a Quota 103 può ottenere un bonus in busta paga: l’INPS chiarisce i termini del nuovo incentivo per i lavoratori.
L’incentivo “premia” con un consistente bonus coloro che decidono di non lasciare il lavoro nonostante il raggiungimento dei requisiti di un canale di uscita per la pensione. L’anticipo pensionistico attualmente disponibile in Italia è Quota 103, ovvero con l’opzione speciale che permette di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Dal 2024, per sfruttare la quota, bisogna aver compiuto 62 anni entro il 31 dicembre 2024 e aver versato almeno 41 anni di contributi. E qui interviene il bonus, come agevolazione proposta a chi rinuncia alla possibilità di usufruire della pensione. L’incentivo in questione è cosiddetto Bonus Maroni, introdotto con la Legge di Bilancio 2023.
Attivo anche nel 2024, l’incentivo offre il pagamento con calendario già fissato di fondi aggiuntivi sullo stipendio grazie a un consistente esonero contributivo. Tale esonero è pari al 9,19%. Chi vuole richiedere il bonus, dopo aver valutato di poter rispondere ai requisiti per la Quota 103 e scelto di non sfruttarla per il pensionamento, deve presentare una richiesta sul sito dell’INPS. In alternativa, ci si può muovere attraverso i patronati o un commercialista.
Il bonus Maroni per chi rinuncia a Quota 103: quando arrivano i primi soldi
Intanto l’INPS ha ufficializzato il calendario dei pagamenti del Bonus Maroni, destinato ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che decidono di non sfruttare Quota 103. L’INPS ha anche precisato che l’agevolazione non va intesa come un incentivo all’assunzione e non è subordinato al possesso del documento unico di regolarità contributiva da parte del datore di lavoro.
L’incentivo, come anticipato, si traduce in un aumento dello stipendio netto. E sono previsti diversi pagamenti, a seconda della gestione pensionistica di riferimento. I requisiti da rispettare rimandano alla maturazione dei limiti per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile nel 2024 e il non essere titolari di pensione diretta (a eccezione dell’assegno ordinario di invalidità).
Il bonus, come spiegato dall’INPS, non dà soddisfazione solo al dipendente ma anche al datore di lavoro. Il primo prende di più in busta paga e il secondo non deve pagare tutti contributi (ottenendo così una riduzione del costo del lavoro). Il primo pagamento da parte dell’INPS avverrà il 2 agosto per i dipendenti del privato che possono ottenere la pensione dall’AGO.
Poi, il primo settembre 2024 arriveranno poi i soldi in più per i lavoratori dipendenti da lavoro privato nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO. La terza data di accredito è a inizio ottobre, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni a carico della gestione esclusiva dell’AGO.