Gli sfratti sono regolati da normative atte a tutelare i diritti di proprietario e inquilino; ecco qual è la norma che “salva” il locatario.
Incorrere in un’intimazione di sfratto non è certamente piacevole, ma purtroppo a volte possono verificarsi condizioni per cui l’inquilino non riesce più a pagare l’affitto. È anche vero che il proprietario dell’immobile ha diritto a rientrare in possesso del suo bene il prima possibile, per utilizzarlo come crede e/o per riaffittarlo nuovamente.
La Legge contempla tutte le casistiche che si possono innescare a seguito della stipula di un contratto di locazione e prevede normative che salvaguardano i diritti di tutte le parti interessate. Da ricordare è che lo sfratto può scattare anche in presenza di una sola mensilità non pagata, sebbene di solito il proprietario dell’immobile cerchi di ottenere quanto gli spetta in maniera bonaria.
Se non altro perché le procedure burocratiche di sfratto sono lunghe e inoltre ci sono anche le spese legali da sostenere. Tra le tante normative presenti nel Codice Civile, si trova un articolo in particolare, che dà una chance in più all’inquilino moroso.
Sfratti, in questo modo l’inquilino si salva – ma non è l’unica via d’uscita
Prima di analizzare la normativa citata, dobbiamo partire da un presupposto: lo sfratto può scattare per morosità o per il termine del contratto, ma nel primo caso si possono aprire diversi scenari. Inoltre normalmente per arrivare alla fine della procedura (cioè l’inquilino che lascia spontaneamente o forzatamente l’immobile) possono volerci da 6 mesi a 1 anno. Se ne evince che, prima di arrivare all’estrema ratio, si possono attuare altre strategie.
Mettiamo il caso che un locatario riceva l’avviso di sfratto: questi può opporsi nei termini previsti per Legge, per tentare di evitare di dover lasciare l’appartamento. Se non si oppone entro i termini, però, ha un’altra chance, data dall’articolo 668 cpc, che stabilisce quanto segue: “il soggetto intimato ha la possibilità di proporre opposizione anche dopo la convalida se dimostra che la notifica dell’atto è irregolare; oppure se prova di non aver partecipato all’udienza per motivi di causa maggiore”, come una malattia grave, un incidente eccetera.
Questo concede all’inquilino di ottenere ulteriore tempo per opporsi allo sfratto, ma va da sé che se non ha motivazioni concrete la procedura andrà avanti lo stesso. Tutt’al più, in caso di morosità per difficoltà economiche, il locatario può chiedere aiuto ai servizi sociali del comune di residenza; infatti spesso le Amministrazioni danno una mano concreta a chi si trova in questo tipo di problema, evitando quindi disagi per tutte le parti coinvolte, proprietario dell’immobile compreso.