Dietro ai prezzi bassi e alle offerte irresistibili proposte da Shein e Temu c’è una realtà ben più dura che è importante conoscere.
Da diversi anni, Shein e Temu si sono imposti come giganti indiscussi nel mondo dello shopping online, attirando milioni di utenti in cerca di affari e tendenze moda a prezzi competitivi. Nonostante il loro successo, queste piattaforme sono state spesso al centro di discussioni riguardanti la sicurezza e la privacy dei dati personali.
Le preoccupazioni sorgono principalmente dalla mancanza di trasparenza nelle loro politiche d’uso e nella gestione delle informazioni sensibili degli utenti. Queste pratiche aziendali poco chiare hanno sollevato diversi dubbi sulla fiducia e sulla sicurezza nell’utilizzo delle app per gli acquisti online.
Oltre alle preoccupazioni legate alla privacy, esiste un ulteriore motivo di allarme che potrebbe convincere molti utenti a riconsiderare l’uso di queste piattaforme. Non si tratta solo della salvaguardia dei dati personali, ma di una questione ben più vasta e profonda, che riguarda l’impatto ambientale delle loro operazioni commerciali.
Non solo la privacy degli utenti: Temu e Shein mettono in pericolo l’intero pianeta
Dietro l’apparente convenienza e l’ampia gamma di prodotti offerti da Shein e Temu, si cela una realtà ben più complessa e preoccupante: l’enorme impatto ambientale della produzione di massa di abbigliamento a basso costo. Questo settore, noto come fast fashion, contribuisce significativamente all’aumento del consumo di petrolio, soprattutto a causa dell’espansione della produzione di fibre sintetiche in Cina.
Sorprendentemente, il 90% dell’aumento della domanda di petrolio nel paese è attribuibile non all’industria automobilistica, ma alla produzione di materiali chimici, tra cui quelli utilizzati nel tessile. La predominanza del poliestere, materiale derivato direttamente dal petrolio, nell’abbigliamento proposto da Shein e Temu, rappresenta una fonte significativa di inquinamento ambientale.
Questo tessuto è infatti responsabile del rilascio di microplastiche nell’ambiente, contribuendo al già grave problema dell’inquinamento da plastica. Inoltre, l’industria della moda è stata identificata come responsabile del 10% delle emissioni globali di anidride carbonica, superando addirittura i settori dei voli internazionali e delle spedizioni marittime.
L’impatto di Shein e Temu va ben oltre la moda e l’inquinamento da microplastiche. La loro crescita esponenziale ha portato a un aumento significativo delle operazioni di raffinerie private in Cina, specializzate nella produzione di prodotti chimici come l’etilene, fondamentali per la realizzazione di fibre sintetiche.