In caso di smartworking, chi deve pagare la bolletta di internet? Spetta al datore di lavoro? Ecco la risposta che stavate cercando.
Dallo scoppio dell’emergenza pandemica in poi, c’è una nuova modalità di lavoro che ha preso il sopravvento e che oggi rappresenta lo standard per moltissime aziende. Ossia lo smartworking, una forma da remoto che dà modo ai dipendenti e liberi professionisti di poter svolgere tutte le attività comodamente da casa. Appoggiandosi su programmi che permettono di comunicare coi propri colleghi in maniera facile e veloce.
All’interno dei contratti ci sono diverse regole e clausole di cui è sempre bene tenere conto. A partire dal limite mensile o settimanale in cui si può decidere di lavorare da casa, oppure alle ore di lavoro che vanno garantite. C’è però anche un altro aspetto a cui non si dà mai la giusta attenzione e che potreste non aver considerato fino ad oggi. Chi deve pagare la bolletta di internet? Spetta al datore di lavoro? Finalmente abbiamo la risposta definitiva.
Bolletta di internet con lo smartworking: chi deve pagarla?
Negli ultimi anni, diverse aziende hanno deciso di dare la possibilità ai propri dipendenti di poter lavorare tramite la formula dello smartworking. C’è chi ha 2-3 giorni alla settimana disponibili, e chi invece può persino godere del remote working illimitato, con l’obbligo di recarsi in ufficio solo qualche giorno al mese. Ma per la bolletta di internet, chi deve spartirsi i costi? Spetta al datore di lavoro?
Dipende in realtà molto dal tipo di contratto di lavoro. Ce ne sono alcuni in cui, all’interno del documento collettivo, viene stabilito come sia il datore di lavoro a dover pagare i costi della connessione web e delle attrezzature. In questo caso si parla di rimborso delle spese, per l’acquisto di modem, PC e bollette stesse.
Soprattutto parlando di telelavoro, ci sono normative molto stringenti. Quest’ultimo è infatti responsabile della fornitura e dell’installazione di tutti gli strumenti. Con la copertura di tutti i costi se questa modalità di lavoro viene svolta con regolarità. Inoltre, sono a carico del datore anche i costi per la possibile perdita o danneggiamento degli strumenti, oltre che per tutte le misure di protezione dei dati. Dunque anche le spese per i collegamenti telematici di norma andrebbero sostenuti dalla propria azienda. Ma attenzione, vale solamente per i dipendenti e non per i liberi professionisti.