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Smart working, l’errore da non fare mai a casa quando si lavora al pc: i rischi sono altissimi

Lo smart working offre indubbiamente innumerevoli vantaggi, ma non si deve sottovalutare l’importanza di un ambiente di lavoro ottimale.

Lo smart working ha rivoluzionato il concetto di lavoro, offrendo flessibilità e comfort inediti a migliaia di professionisti. Attratte dalla prospettiva di non dover uscire di casa, però, molte di queste persone sottovalutano l’importanza di creare un ambiente che sia adatto a questo utilizzo, per evitare anche rischi significativi per la salute.

Errori da non fare per lo smart working – Computer-idea.it

L’evoluzione del lavoro da remoto ha portato alla luce nuove sfide. Secondo le statistiche del U.S. Census Bureau, il numero di persone che lavorano da casa è triplicato tra il 2019 e il 2021, un cambiamento accelerato dalla pandemia che solo nell’ultimo anno ha visto un parziale cambio di tendenza, con le aziende che richiamano sempre più i dipendenti nelle loro sedi. Chi ancora può permettersi di lavorare da remoto, però, non deve sottovalutarne i rischi.

Un errore banale, ma con profondi risvolti sul benessere di chi passa molte ore al PC

Gli esperti evidenziano come la luce influenzi diversi aspetti della salute, dal sonno alla visione, dall’equilibrio ormonale alla salute della pelle. Ovviamente, la luce naturale è considerata l’opzione ideale, ma non tutti dispongono di questa risorsa in casa, soprattutto se magari si lavora fino a tardi la sera.

Saper adattare le luci della stanza alle proprie esigenze è fondamentale per essere produttivi e rimanere in salute – computer-idea.it

Scott Lyons, psicologo e autore americano, sottolinea l’importanza di sperimentare per trovare il livello di illuminazione ottimale, che può influenzare positivamente le prestazioni lavorative. La luce intensa, ad esempio, è stata associata a miglioramenti nella memoria, attenzione e risultati in generale, mentre un’illuminazione più tenue è preferibile per rilassarsi dopo una giornata di lavoro.

Queste osservazioni suggeriscono che non esiste una soluzione unica per tutti quando si tratta di illuminazione nello smart working. La percezione della luce varia significativamente da persona a persona, con alcuni studi che indicano come gli occhi chiari possano essere più sensibili rispetto a quelli scuri.

L’errore da evitare, però, è chiaro: mantenere un’illuminazione sopra la testa troppo intensa durante tutte le ore di lavoro da casa ha effetti sicuramente non positivi. Questa scelta può compromettere la produttività e anche influire negativamente sul benessere psicofisico. D’altra parte, l’illuminazione troppo oscura può abbassare il tono dell’umore, disturbando l’equilibrio emotivo e causando mal di testa o affaticamento visivo.

La soluzione? Optare per un’illuminazione che possa essere regolata in base alle esigenze del momento, privilegiando soluzioni che emulano la luce naturale o utilizzando lampade da tavolo e candele per creare un ambiente più accogliente e meno stressante.

Paolo Pontremolesi

Mi chiamo Paolo Pontremolesi e sono un traduttore con un'innata passione per il mondo dell'informazione e del digitale. Da sempre mi informo su quello che accade intorno a me attraverso il web e amo condividere le mie conoscenze con gli altri, cercando di spiegare chiaramente anche i concetti e i fatti più complessi. La tecnologia, l'innovazione e l'attualità sono il mio pane quotidiano, con un occhio di riguardo per il mondo dell'intrattenimento, dalla musica al cinema, fino alla televisione.

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