Pugno duro nei confronti di chi usa gli smartphone sotto questa età: il governo è compatto e ha deciso, telefonini vietati per loro.
Aiutare i giovani a fare un buon uso dello smartphone, acculturandoli su un dispositivo da oltre 4 miliardi di esemplari, espressione di questo mondo, oppure usare il pugno duro è vietarlo? La dottrina è divisa. Se ne continua a parlare, mentre chi rompe gli indugi e decide.
Già a luglio l’Unesco aveva lanciato un nuovo allarme portando prove sull’abuso dello smartphone, strettamente collegato a una riduzione del rendimento scolastico e che alti livelli di tempo trascorso davanti allo schermo, hanno un effetto negativo sulla stabilità emotiva dei bambini.
“Non tutti i cambiamenti costituiscono un progresso. Solo perché qualcosa può essere fatto non significa che debba essere fatto”, più che un consiglio quello dell’Unesco, un vero e proprio monito sull’abbraccio sconsiderato della tecnologia digitale. A quanto pare c’è chi ha recepito in pieno l’alert dell’agenzia delle Nazioni Unite per l’istruzione, di scienza e cultura, passando dalle parole ai fatti.
È in arrivo una proposta di legge per vietare l’uso del telefonino a scuola, con una più precisa regolamentazione di cellulari ma anche tablet. Un giro di vite che ha messo in moto il governo, pronto a limitare i luoghi del loro utilizzo con una più precisa normativa, effettiva soltanto quando quella che ora è una proposta di legge che recepisce l’istanza.
Se passerà, a San Marino i bambini delle scuole elementari non potranno portare categoricamente il cellulare. È questa l’istanza d’arengo presentata dal parlamento del Titano ai Capitani Reggenti, i capi di Stato sammarinesi, subito dopo l’insediamento da un gruppo di docenti delle scuole medie su quella che definiscono “un’emergenza educativa e sociale ormai insostenibile”. Niente smartphone per gli Under 11, questa la strada che si intende percorrere nel micro-stato montuoso all’interno del territorio italiano, una delle repubbliche più antiche al mondo.
Il parlamento locale ha recepito in pieno non solo l’alert di Unesco e altre istituzioni, ma anche la richiesta che arriva proprio dai cittadini. Da capire ancora l’iter legislativo e le tempistiche per cui questa proposta di legge divenga norma: bisognerà concretizzare quei luoghi vietati, ma intanto un primo passo è stato fatto. Giusto. Così come i nostri figli dovrebbero essere educati a un corretto utilizzo, sia in termini di ore di utilizzo, sia come utilizzare questa tecnologia.
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